Alto Adige
Furti in abitazioni: in manette un moldavo e un albanese. Quasi 50 colpi tra Alto Adige e Veneto
I carabinieri di Bolzano hanno arrestato due persone per associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione e ne hanno denunciate tre per favoreggiamento e/o ricettazione di refurtiva.
Si tratta di due stranieri nullafacenti già noti per reati contro il patrimonio, un 36enne moldavo e un 26enne albanese. Le loro case e quelle di tre donne che li avevano aiutati (indagate a piede libero a vario titolo per favoreggiamento e ricettazione) sono state setacciate dai militari dell’Arma.
Gli uomini sono ritenuti responsabili di 47 furti (33 dal 10/01 al 07/03 e 14 dal 30/05 al 05/07, nelle zone di Brunico, Falzes, Parcines, Andriano, Nalles, Appiano, Egna, Tesimo, Andriano, Cavaion Veronese, Trento, Feltre).
Decine di monili in oro e argento, addirittura monete e lingotti di metalli preziosi, trenta orologi di cui alcuni di estremo valore, sedici tra telefoni cellulari e tablet, due personal computer, oltre a quattro smerigliatrici, torce, guanti da lavoro, cacciaviti e piedi di porco.
I militari hanno anche sequestrato i veicoli utilizzati per le scorribande dai ladri, tre potenti berline tedesche e una monovolume. La cattura è stata possibile anche grazie alla collaborazione dei militari della Compagnia CC di Egna e Brunico e dei nuclei investigativi di Verona e Trento e della Compagnie CC di Trento, Verona, Rovereto, San Bonifacio e Legnago.
Lo scorso mese di dicembre (2019) i carabinieri di Bolzano avevano arrestato due albanesi membri di una banda di ladri che aveva fatto quasi 60 furti in provincia. L’indagine era stata denominata “Funambolo 2019” poiché i due erano ladri-acrobati, capaci di arrampicarsi sulle grondaie e saltare di balcone in balcone.
Subito dopo i due arresti però i carabinieri di Bolzano si erano accorti che i furti in abitazione erano ripresi. Con i due funamboli in carcere doveva essere qualcuno che aveva preso il loro posto. E così l’attività del nucleo investigativo era ripartita.
Mettendo insieme i dettagli dei primi furti di gennaio, chiaramente opera della stessa mano, i carabinieri hanno messo insieme gli indizi e sono riusciti a stringere il campo di ricerca arrivando ad individuare il veicolo utilizzato per le azioni. Dopo la battuta d’arresto a causa del lockdown si è piano pianon individuato alcuni “covi” tra Trento, Rovereto e la provincia di Verona, a Oppeano, ad Arcole e a San Giovanni Lupatoto.
Giovedì mattina quindi i carabinieri bolzanini, con l’aiuto di un robusto rinforzo delle Compagnie carabinieri di Trento, Rovereto, Verona, Legnago e San Bonifacio, si sono presentati alle cinque del mattino alla porta delle abitazioni degli indagati per eseguire gli arresti e cinque perquisizioni.
Sono tutti (anche le tre donne, due moldave di 37 e 27 anni e un’albanese di 37 anni) accusati di associazione per delinquere finalizzata a commettere furti in abitazione. Al netto degli ulteriori furti che saranno scoperti e chiariti nei prossimi giorni, al momento sono stati scoperti più di 100 furti da ottobre 2019 a oggi.
“Ora arriverà la parte più bella, restituire alle vittime le loro cose (sono stati sequestrati, oltre alle quattro auto, 194 oggetti), spesso oggetti che oltre a un valore economico hanno anche un forte valore affettivo poiché regali ricevuti per occasioni speciali (battesimi, lauree, matrimoni, ecc.)“, si legge in una nota dei Carabinieri.
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