Alto Adige
I registri parrocchiali dell’Alto Adige ora sono online
Non è più necessario fare un pellegrinaggio da un archivio parrocchiale all’altro, da oggi si può accedere alle voci dei libri ecclesiastici altoatesini online indipendentemente dagli orari e dal luogo.
Tutto ciò è reso possibile da un progetto dell’Archivio provinciale dell’Alto Adige in collaborazione con la Diocesi di Bolzano-Bressanone presentato oggi (3 marzo) nella sede della Soprintendenza ai Beni Culturali a palazzo Rottenbuch a Bolzano.
Come ha sottolineato l’assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer, si tratta di un importante contributo alla cultura altoatesina: “Sapere da dove veniamo è più importante che mai nel mondo di oggi. Con la digitalizzazione dei registri parrocchiali altoatesini si crea un accesso innovativo e facile da usare, una fonte centrale per la ricerca storica e le persone interessate. Questo risultato è tanto più significativo se si considera che gli archivi parrocchiali non sono presidiati“.
La base di partenza per la messa in rete dei registri parrocchiali digitalizzati è un accordo tra la Soprintendenza ai Beni Culturali e il Vicariato generale della Diocesi di Bolzano-Bressanone a partire da febbraio 2020. In precedenza, i registri parrocchiali della Diocesi di Bolzano-Bressanone sono stati microfilmati tra il 1988 e il 1991 e questi microfilm sono stati quindi messi a disposizione dei visitatori dell’Archivio provinciale. Nel 2017 è stata poi avviata la digitalizzazione dei microfilm dei registri della chiesa. Un totale di 464.132 fotogrammi sono stati creati nel processo.
La storia prende vita
“La digitalizzazione dei beni culturali è un compito centrale della Soprintendenza ai Beni Culturali ed un servizio pubblico“, ha spiegato la soprintendente Karin Dalla Torre durante la conferenza stampa. In questo modo i beni culturali possono essere resi accessibili. “Centrale per noi è anche la cooperazione con altre istituzioni nel campo dei beni culturali e il lavoro di ricerca. Tutto questo è evidente in questo progetto campione. I dati digitalizzati delle persone riempiono i vecchi edifici di vita“, ha sottolineato Dalla Torre.
All’indirizzo www.registriparrocchiali-altoadige.findbuch.net sono pubblicati tutti i registri di battesimi, matrimoni e decessi relativi alle parrocchie cattoliche della Diocesi di Bolzano-Bressanone, dagli inizi della tradizione fino al 31 dicembre 1923. “Fino a questa data chiave, i registri parrocchiali erano anche i registri ufficiali dello stato civile e quindi non avevano solo rilevanza ecclesiastica”, ha sottolineato Leo Haas della Diocesi di Bolzano-Bressanone.
“Questo significa che la più importante fonte scritta antica per la ricerca sulla storia personale è ora disponibile su internet. Già la microfilmatura era un primo passo per conservare i vecchi materiali ed alleggerire gli archivi parrocchiali. Con l’accesso online, ora è ancora più facile accedere a queste informazioni“.
Quando si ricercano i documenti della chiesa è importante sapere da dove proviene la persona che si sta cercando. La direttrice dell’Archivio provinciale, Christine Roilo, e il suo vice, Gustav Pfeifer, hanno spiegato il portale usando alcuni esempi pratici: “Il sito web chiaramente progettato e facile da usare offre ciò che molti genealogisti stavano aspettando da molto tempo”. I registri ecclesiastici delle parrocchie protestanti di Bolzano e Merano devono ancora essere registrati digitalmente, cosa che sarà fatta a breve.
Contesto storico
I registri ecclesiastici in senso stretto – noti anche come matrici, registri parrocchiali, registri, libri – sono i registri ufficiali tenuti dai parroci per registrare battesimi, cresime, matrimoni e decessi in una parrocchia; di solito sono conservati presso gli uffici parrocchiali.
Nel 1563, il Concilio di Trento, introdusse per la prima volta l’obbligo per le parrocchie cattoliche di compilare i registri dei battesimi e dei matrimoni. Per il periodo che va dal 17° al 19° secolo, i libri canonici sono la fonte scritta più importante per la ricerca storica genealogica e demografica per gran parte dell’Europa.
Dal 1784 al 1923, i libri canonici nei territori della Monarchia asburgica e nella parte meridionale del Tirolo, aggregata all’Italia nel 1919, svolsero anche la funzione di registri di stato civile. Il 1° gennaio 1924 furono introdotti anche qui i registri comunali di stato civile secondo la legge italiana.
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