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Il monitoraggio della biodiversità fa tappa a Sinigo

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Può capitare di vederli e girare per tutto il territorio provinciale, equipaggiati con una corda metrica, un retino entomologico, un binocolo o altri strumenti specifici e particolari. Stiamo parlando dei ricercatori e delle ricercatrici di Eurac Research, che nell’ambito del Monitoraggio della Biodiversità Alto Adige stanno rilevando il patrimonio naturale provinciale. Nel 2023 saranno sul campo anche a Sinigo per studiare la flora e la fauna della zona industriale.

Il 2019 ha segnato l’inizio di un monitoraggio sistematico a lungo termine della biodiversità provinciale, il Monitoraggio della Biodiversità Alto Adige. Il monitoraggio è stato avviato dal governo provinciale dell’Alto Adige e viene effettuato da Eurac Research, in collaborazione con il Museo di Scienze Naturali e i dipartimenti provinciali di agricoltura, nonché natura, paesaggio e sviluppo del territorio.

Dall’inizio del progetto, i ricercatori hanno studiato in tutta la provincia la presenza di uccelli, chirotteri, farfalle, cavallette, piante vascolari e organismi del suolo. L’attenzione si concentra su questi gruppi di animali e piante che reagiscono sensibilmente ai cambiamenti nel loro ambiente, come il cambiamento di uso del suolo ed il cambiamento climatico.

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Il team di ricerca sta rilevando la loro presenza negli habitat più importanti e caratteristici della nostra provincia: campi coltivati e colture permanenti, prati e pascoli, boschi, acque correnti, aree umide e habitat alpini, ma anche aree urbane. Nel 2023, il team di ricerca rileverà la biodiversità nella zona industriale di Sinigo.

I sondaggi – L’ornitologo Matteo Anderle non ha bisogno di strumenti troppo particolari per i suoi rilievi. Il suo strumento più importante sono le orecchie. Per 10 minuti ascolta gli uccelli in un raggio di 100 metri intorno al punto di rilevamento e li determina dal loro canto. Ogni tanto prende il suo binocolo per identificare le specie di uccelli lontani o silenziosi.

L’esperta di chirotteri, Chiara Paniccia, attiva per la durata di tre notti consecutive un dispositivo di registrazione a ultrasuoni chiamato batlogger, che utilizza un microfono per registrare i suoni nella gamma ultrasonica, come proprio i versi dei chirotteri. Il dispositivo riproduce poi i suoni registrati sul computer tramite onde e li rende così riconoscibili anche all‘uomo. È così infatti che Paniccia può identificare le specie di pipistrelli.

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Elia Guariento invece, per i suoi sondaggi, porta con sé un retino entomologico. Percorre lentamente un transetto (linea retta segnata) di 50 metri e cattura le farfalle nelle vicinanze, ne determina la specie e poi le rilascia immediatamente in natura. Anche Andreas Hilpold usa un retino entomologico per monitorare le cavallette.

La botanica, invece, rileva tutte le piante vascolari lungo un tratto di strada di 100 metri nelle zone di insediamento, dall’albero al più piccolo ciuffo d’erba. Per fare questo, ha bisogno di una corda metrica e di una lente d’ingrandimento per poter identificare al meglio le piccole piante.

Quando iniziano le indagini? – Le indagini sugli uccelli inizieranno in aprile durante la stagione riproduttiva, quando gli uccelli sono attivi nella difesa dei loro territori, nel corteggiamento e nella costruzione del nido. Ciò permetterà all’ornitologo di escludere la maggior parte degli uccelli migratori, che si dirigono di nuovo a nord dopo i mesi invernali, e di rilevare solo gli uccelli che si riproducono in provincia. I colleghi e le colleghe di Anderle verranno poi a Sinigo nei mesi estivi.

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