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Impianto di trattamento dei rifiuti a Cortaccia, i motivi per il no

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Kompatscher è tornato a spiegare le ragioni del no all’impianto di trattamento rifiuti a Cortaccia: struttura sovradimensionata ed emissioni eccessive.

Il progetto per la costruzione di un impianto di trattamento termico di rifiuti nel comune di Cortaccia sulla Strada del Vino, presentato dalla ditta PA-Holding, non verrà dunque realizzato.

L’impianto contrasta i nostri obiettivi di politica ambientale e anche il piano di gestione rifiuti della Provincia” , ha affermato il presidente Kompatscher sottolineando che “per tale ragione non sarà realizzato, non perché abbiamo qualcosa contro l’impresa“.



Il progetto era stato sottoposto a valutazione di impatto ambientale, il Comitato ambientale aveva espresso parere negativo, e quindi il 31 luglio scorso la Giunta provinciale lo aveva respinto all’unanimità.

L’esecutivo aveva condiviso appieno le valutazioni del Comitato ambientale in merito al progetto, quindi l’impresa aveva fatto ricorso sostenendo che la delibera di diniego del progetto vieta l’importazione di rifiuti contravvenendo al principio generale di libera circolazione delle merci.

Secondo la Giunta provinciale – ha annunciato il presidente Kompatscher in conferenza stampa – il ricorso è infondato”.

Impianto sovradimensionato

L’impianto di trattamento termico previsto è dimensionato per 95.000 tonnellate all’anno di rifiuti speciali non pericolosi prodotti in territorio provinciale, fatto che, secondo il Comitato ambientale, contrasterebbe con il piano gestione rifiuti speciali della Provincia.

Secondo l’analisi dell’Ufficio gestione rifiuti questa tipologia di rifiuti ammonta a circa 40.000 tonnellate nel 2016 e a circa 30.000 tonnellate nel 2017.

Il piano prevede il trattamento di una quantità di rifiuti di questa tipologia tra le 23.000 e 28.000 tonnellate all’anno, preferibilmente nel termovalorizzatore di Bolzano e da un’attenta analisi dei flussi dei rifiuti è emerso che nella migliore delle ipotesi la quantità disponibile per questo impianto è di circa 23.000 tonellate all’anno.

Per la restante quantità di rifiuti (72.000 tonnellate all’anno) non è possibile sapere la tipologia e neppure la provenienza.

“In tal modo per la Provincia non sussisterebbe la necessità di approvare la realizzazione di un altro impianto che per la capacità di 95.000 tonnellate all’anno tratterebbe solo una parte di rifiuti originati in territorio altoatesino, un aspetto in contrasto con il principio di prossimità”, ha spiegato il presidente Kompatscher.

Emissioni eccessive

Secondo i dati di progetto si può stimare che l’impianto emetterà circa 32 tonnellate all’anno di ossidi di azoto – ha aggiunto il presidente – che porterebbero ad un aumento delle emissioni del 3% in Bassa Atesina. Inoltre, a seconda dei rifiuti trattati, si stima un aumento delle emissioni di biossidi di carbonio superiore al 10%“.

Il progetto prevede anche , la reintroduzione delle scorie nel processo di gassificazione, in contrasto con la normativa provinciale che vieta di miscelare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi. Un altro aspetto è che non risulterebbe possibile recuperare una parte notevole dell’energia termica prodotta grazie al teleriscaldamento, non essendoci in zona potenziali utilizzatori adeguati. Tutto ciò senza contare che manca la necessaria esperienza nella gestione di impianti del genere, realizzati sino ad ora solamente in Giappone.

Altri aspetti negativi sono riferiti all’inquinamento acustico (superamento dei limiti notturni, transito di automezzi pesanti) e all’impatto paesaggistico (vicinanza del parco naturale Monte Corno, impianti previsti con altezze fino a 40 metri).

Il piano urbanistico del Comune di Cortaccia prevede altresì che nella zona produttiva ‘Via dell’Adige’ sia escluso l’insediamento di impianti con attività di raccolta, lavorazione, trasformazione e incenerimento di rifiuti, difficilmente compatibili con altre attività. Contro la realizzazione dell’impianto erano state presentate 20 osservazioni scritte negative nel periodo previsto per legge, e molti pareri negativi erano stati espressi in occasione dell’audizione pubblica.

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