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Bolzano

Legionella al San Maurizio: impianti vecchi e un virus difficile da debellare

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Acqua calda chiusa in quattro reparti, ma nessuna segnalazione di contagio al San Maurizio di Bolzano dopo l’allarme legionella scattato nella giornata di giovedì sera (21 marzo) a seguito di un controllo di routine.

Rimasti senza acqua i reparti di Ginecologia e Ostetricia, Urologia e Otorinolaringoiatria, tutti con posti letto, e alcune aree del Servizio di Anatomia patologica. L’attività delle sale operatorie è invece fortunatamente rimasta inalterata.

La bonifica ha richiesto circa due giorni: il circuito è stato riempito di acqua e disinfettante, poi successivamente sciacquato. Ora si attende a breve il risultato di nuove analisi per dare il via libera alla riapertura.



In mattinata l’acqua dovrebbe dunque tornare a scorrere dopo che nell’impianto idrico era stata trovata una concentrazione preoccupante di legionella.

Il batterio, facile da inalare anche attraverso una semplice nebulizzazione, può provocare polmoniti difficile da trattare, soprattutto in pazienti a rischio.

Se si pensa che il limite ammesso per le strutture sanitarie non tollera una concentrazione superiore a 1.000 unità per litro, nel nosocomio altoatesino le analisi hanno accertato in un caso 11 mila e nell’altro 14 mila unità per litro. Livelli di troppo superiori alla norma.

E in ospedale confermano che quello scoperto giovedì non sarebbe il primo caso. Nonostante la costante manutenzione, gli impianti risultano datati tanto che una direttiva interna invita i dipendenti a fare scorrere l’acqua almeno 5 minuti tutti i giorni, in ogni reparto, alternando l’acqua calda a quella fredda.

La manutenzione per gli impianti di questo ospedale è più difficile da attuare a causa dell’età“, ha affermato il direttore medico del San Maurizio Flavio Girardi.

Gli ultimi casi di legionella a Bolzano si erano verificati nel febbraio 2018 al distretto Don Bosco, Gries San Quirino. Crp di via Fago e via del Ronco.

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