Politica
M5S, siluri sulla Sanità. Nicolini: “L’Alto Adige non è zona franca dalle leggi nazionali”

“Prolungare i contratti ai medici precari anziché stabilizzarli non ha senso. Il governatore Kompatscher aveva formalmente dichiarato di ritirare il discusso articolo della legge Omnibus che estendeva il ricorso straordinario ai contratti d’opera e di adeguare la normativa provinciale alla legislazione nazionale, ma questo non è avvenuto“.
Così il consigliere provinciale Diego Nicolini sull’annosa questione, già affrontata recentemente, del braccio di ferro tra Ministero e Provincia di Bolzano in relazione al problema della stabilizzazione del personale medico in Sanità.
“Si cerchi la via della stabilizzazione dei contratti – continua Nicolini – . Se il personale medico non parla entrambe le lingue non lo farà nemmeno se è assunto con contratto d’opera anzichè con un contratto di lavoro dipendente. Se assunto, il personale potrà svolgere la sua attività in un ambito di sicurezza e, con una prospettiva per il futuro, sarà più facile che si impegni a imparare la seconda lingua”.
Senza contare che la proroga di 5 anni necessaria per superare il patentino di bilinguismo non serve per i contratti d’opera, che nel resto d’Italia non si fanno quasi più, ma eventualmente ad altre tipologie di contratto destinate a professionisti ai quali quei 5 anni sarebbero necessari per poter acquisire il patentino di bilinguismo.
Una questione più complicata del previsto, soprattutto a causa del vizietto provinciale di ‘svicolare’ quando si tratta di contrattazioni da realizzare d’intesa con il governo nelle più disparate materie. E anche stavolta, da quell’infinito carnet di scuse, proroghe, rappezzi e rimandi già citato in altre sedi, spunta l’ennesimo tentativo riuscito di sfuggire alla scure romana del rispetto normativo delle leggi nazionali.
I tempi strettissimi per trovare una soluzione alla contrattistica in scadenza non più prorogabile per le prestazioni d’opera in Sanità, avevano portato il governatore alla solenne promessa o meglio, all’impegno ufficiale per il ritiro della proroga di due anni concessa ai medici assunti in deroga al patentino, in cambio della non impugnazione da parte di Roma della legge Omnibus.
Promessa disattesa. Impegno sfumato. Roma ha rinunciato all’impugnazione e Bolzano ha deciso comunque per la proroga, condannando così ad un’ulteriore estensione della precarietà oltre 200 medici ed infermieri che aspettavano la regolarizzazione all’interno delle strutture sanitarie altoatesine (si legga Schiaffo romano alla Svp: la legge sui contratti d’opera in Sanità verrà modificata e Medici, l’incubo dei contratti in scadenza: Kompatscher nella morsa arretra e si appella a Roma).
In vista della visita di dopodomani del ministro Boccia a Bolzano, la lista dei temi ‘caldi’ dunque si allunga. Non più solo le liste d’attesa ma adesso anche la proroga dei contratti d’opera e l’iscrizione all’Ordine dei Medici di professionisti che parlano solo tedesco.
Aggiunge Nicolini: “A dicembre il Governo aveva impugnato l’articolo della Legge Provinciale ‘europea’ che permette ai medici che parlano esclusivamente la lingua tedesca di iscriversi all’Ordine dei Medici, che è un organo autarchico ovvero indipendente nazionale.
Il Landeshauptmann vorrebbe ora opporsi alla decisione di impugnazione, sfidando lo Stato e dichiarando l’Alto Adige una sorta di zona franca dalle leggi nazionali“.
Nessuna novità. L’ennesimo annuncio autarchico da parte provinciale lo possiamo leggere in Medici che conoscono solo il tedesco: la Provincia in giudizio contro l’impugnazione di Roma.
A questo proposito per il consigliere pentastellato: “Era stato segnalato a suo tempo il profilo di illegittimità di questa norma, che entra in palese conflitto con le regole valide su tutto il territorio nazionale; troviamo irresponsabile da parte del LH Kompatscher porsi in questo modo anzichè cercare il dialogo per trattare il tema nell’interesse di medici e pazienti, al di là di posizioni ideologiche discutibili“.
Episodi plateali di inosservanza della Costituzione e delle leggi della Repubblica non passano come sempre inosservati all’occhio vigile di tecnici ed esperti della Sanità, quei #Mirmidoni per i quali il rispetto delle normative italiche sarebbe condizione minima per non dover tornare ad accostare il nome di Alto Adige a quello di ‘Repubblica autonormata”.
Che questi nomi corrispondano poi al Dirigente Medico esperto di Management e governance dei sistemi sanitari Costantino Gallo e al consulente tecnico in ambito sanitario pentastellato Fabrizio Pollinzi, firmatario tra il resto della petizione lanciata su change.org per l’abrogazione dell’articolo sui contratti d’opera, non è una casualità.
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