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Scatolette scadute a Laives: “Non siamo noi”. Ma ci sarebbe la controsmentita

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Sequestro sì, sequestro no.

A poche ore dalla pubblicazione del comunicato con propria proclamazione di ‘innocenza’ da parte dei proprietari del negozio laivesotto di prodotti per animali da compagnia “Simba il Re della Crocchetta”, sembra arrivare la controsmentita.

Un comunicato, il loro, che era stato reso noto ieri via Social, attraverso la propria pagina Facebook, di propria iniziativa e senza che la stampa né i Carabinieri avessero menzionato in alcun modo il nome dell’esercizio di loro proprietà.



Nessuna conferma ufficiale da parte degli uomini dell’Arma, ma la menzione del nominativo da parte di un organo di stampa locale farebbero pensare che il negozio in questione sarebbe in verità quello coinvolto nell’operazione che ha portato al sequestro di “circa 170 confezioni di alimenti per cani con data di scadenza già passata e circa 20 scatole di cibo con etichette non conformi ai requisiti di Legge“.

La notizia dell’operazione condotta dai Nas trentini in diversi esercizi altoatesini, che ha portato al sequestro complessivo in diversi punti vendita di più di 350 chili di alimenti per animali non a norma, era stata pubblicata nella giornata di ieri anche dal nostro quotidiano (“Controlli dei Nas nei negozi per animali: sequestrati più di 350 chili di alimenti irregolari in provincia di Bolzano“).

Dalla preoccupazione di utenti, clienti e conoscenti che si potesse trattare proprio del negozio di via Kennedy, pare dunque sia scaturita l’iniziativa dei gestori che esponendosi pubblicamente si erano impegnati a certificare come l’esercizio pubblico non fosse in alcun modo coinvolto nell’indagine né avesse subito alcun tipo di sequestro di merce da parte delle forze dell’ordine.

Qui la riproduzione del comunicato (corredato nel post online anche dalla foto):

Siamo venuti a conoscenza della notizia apparsa sulla stampa e i social media in riferimento al maxi sequestro di 350Kg di materiale scaduto. Facciamo presente che la notizia non riguarda la nostra attività.

Simba ringrazia i suoi fedeli clienti e continuerà il suo lavoro come sempre, con tanta dedizione, amore e passione per i nostri amici animali.

Ci dispiace veramente che molte persone abbiano associato il nostro negozio a questa notizia. Un saluto, il Team di #Simba“.

Molti i commenti di solidarietà all’indirizzo dei soggetti coinvolti. Trattandosi in effetti di uno dei pochissimi negozi presenti nella cittadina della Bassa Atesina ad occuparsi del benessere degli amici animali, il rischio per gli esercenti poteva, in questo caso, essere chiaramente quello di venire associati a coloro che hanno commesso l’illecito oggetto di indagine da parte dei militari dell’Arma.

Da questa mattina pare invece che la smentita di quanto dichiarato dagli esercenti sia verosimile. Come riportato dal quotidiano Alto Adige, che menziona il nome del negozio, potrebbe sembrare che l’esercizio coinvolto nel sequestro delle ‘170 scatolette e delle 20 etichette non conformi’ sia il loro. Ma, senza inutili processi, si attendono conferme da parte dei diretti interessati.

Sotto, uno stralcio dell’articolo di questa mattina (24 gennaio 2020) riportato nella sezione della cronaca di Laives del quotidiano Alto Adige:

 

Per spirito di solidarietà il nostro quotidiano, nella serata di ieri, aveva raccolto il loro appello pubblico (Sequestro cibo animali Laives, Simba il Re della Crocchetta: “Non si tratta del nostro negozio).

Un rebus che non troverà soluzione se non nella rinnovata pubblica conferma o negazione di quanto sta accadendo in queste ore. Tra proclami di innocenza e ombre di dubbio su possibili dichiarazioni non corrispondenti al vero, si aspetta ora la smentita definitiva da parte dei proprietari del negozio.

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