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Politica

Senza test nasale a scuola non ci vai. Urzì: “Il governo non lo prevede. Esiste lo Stato di diritto in Alto Adige?”

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Due i fatti: il primo è che dal 24 marzo il consigliere provinciale Urzì ha richiesto accesso agli atti per avere tutte le informazioni sui costi dei tamponi nasali e le ragioni per cui la Provincia abbia deciso di inseguire il modello austriaco per l’uso nelle scuole, in deroga alle prescrizioni delle case produttrici.

Ma ancora nessuna risposta – sottolinea – nemmeno un cenno su chi abbia mediato l’acquisto, dove siano stati acquistati questi tamponi. Sinora nulla. Attenderemo ancora pochi giorni e poi opporremo richiesta anche per via giudiziaria, se ne saremo costretti. Ma questa omertà comincia  a divenire imbarazzante“.

Secondo fatto: il decreto legge del Governo dispone l’accesso alle scuole senza deroghe se non in casi di propagazione specifica del virus in alcuni contesti. Kompatscher ieri ha dichiarato di infischiarsene e che da noi questo diritto allo studio in presenza (ma a questo punto pare anche a distanza) non sarà garantito a chi non si sottoporrà al test nasale (autosomministrato, si badi) volontario.

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Insomma volontario ma se non te lo fai (da solo) a scuola non ci vai, vieni allontanato fisicamente – continua Urzì – Tutto ciò è incompatibile con il decreto legge approvato l’altro giorno dal Governo ed il diritto alo studio riconosciuto per tutti. Ma la legge in Alto Adige non è eguale per tutti. La domanda è: la Provincia può pezzo per pezzo disapplicare le norme nazionali, seguire modelli austriaci anche se non previsti in Italia, usare i presidi sanitari senza rispettare le indicazioni dei produttori?

Il tema è: esiste ancora lo Stato di diritto in Alto Adige? Se questo accade ora senza che nessuno ristabilisca una graduatoria delle fonti del diritto, per cui la Provincia può di sua iniziativa decidere di disapplicare le norme dello Stato cosa potrebbe accedere ancora domani?”.

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