Italia ed estero
Sì al Pnrr italiano, inizia la sfida: “Non una maratona ma una corsa ad ostacoli lunga 5 anni”
“Italia domani” così il Governo ha chiamato l’ormai noto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il piano da 191 miliardi, suddivisi tra sovvenzioni e prestiti su cui, Ursula Von Der Leyen ha formalmente consegnato in mano al Premier Draghi il via libera della Commissione Europea.
“Il vostro successo è il nostro successo, abbiamo valutato che il piano italiano avrà un impatto sulla crescita tra 1,5 e il 2,4% con un enorme incremento occupazionaledi 240 mila posti di lavoro”: sottolinea la Presidente.
Per l’Italia avere raggiunto questo traguardo significherà ricevere a breve i primi finanziamenti del valore di 24 miliardi e 900 milioni. “ Una massa di denaro paragonabile ad una legge finanziaria”: precisa Draghi che dovrà essere spesa nel migliore dei modi, ovvero con onestà ed efficienza.
I progetti pianificati avranno al centro donne e giovani e si svilupperanno nell’ambito dei tre assi strategici tra innovazione, digitalizzazione, transizione ecologica ed inclusione sociale, condivisi con gli altri Stati membri.
Sei quindi le missioni da compiere, ma la condizione essenziale sono le riforme. La missione sembra avere una strada già delineata che inizia con il disegno di legge delega entro giugno per la riforma di appalti e concessioni, mentre a luglio è programmata la riforma della giustizia e la legge sulla concorrenza.
“Abbiamo già approvato i pilastri, la Governance, le semplificazioni e la riforma del reclutamento nella pubblica amministrazione in modo da attuare il Pnrr ”: spiega Draghi.
L’idea è quindi procedere il più veloce possibile, per questo molti Ministeri, Autorità ed Enti stanno già preparando bandi di gara. “ Più che una maratona la nostra è una corsa ad ostacoli lunga 5 anni che prevede centinaia di obiettivi da raggiungere entro il 2026, ed ogni ostacolo che accade è una tranche di fondi che si sblocca” : spiega il Premier.
Secondo il Premier, è molto positivo che a livello europeo 24 dei 27 piani dell’Unione siano già stati presentati. Dopo la prima tranche di Recovery Bond da 20 miliardi a 10 anni lo scorso 15 giugno, se ne attendono altre che porteranno entro fine anno, ad un’emissione di 80 miliardi totali. Con le obbligazioni l’obbiettivo della Commissione è quella di finanziare il 13% della cifra richiesta da ogni Stato.
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