Sinner ritrova la magia, Cobolli incanta: il tennis azzurro sogna in grande

Londra ha regalato un pomeriggio da incorniciare per i colori italiani, un doppio spettacolo che ha acceso il cuore degli appassionati tra il Centrale e il campo 1 di Wimbledon. La notizia più importante è il ritorno, finalmente convincente, di Jannik Sinner, capace di staccare il pass per la sua seconda semifinale ai Championship con un match solido e maturo. Ma non è stato il solo a brillare: Flavio Cobolli, pur sconfitto da Novak Djokovic, ha lasciato il torneo tra gli applausi, dimostrando che il futuro del tennis italiano è più vivo che mai.

Sinner è tornato se stesso, dopo le incertezze e i dolori che avevano offuscato il suo ottavo di finale contro Dimitrov. Quel braccio destro che faceva temere il peggio si è trasformato ancora una volta in un’arma letale. Contro Ben Shelton, l’americano dotato di un servizio esplosivo, Jannik ha mostrato pazienza, intelligenza tattica e una ritrovata brillantezza mentale. Ha saputo aspettare il momento giusto, ha risposto con lucidità e ha dominato nel gioco di variazioni, avvicinandosi più spesso alla rete. Un segnale prezioso: “Il gioco di Sinner è micidiale, ma per essere davvero completo deve imparare a spezzare il ritmo, a sorprendere”, dicono gli addetti ai lavori.

Con colpi chirurgici — dritti a fil di riga e rovesci lungolinea che fanno male — Sinner ha dato prova di essere di nuovo il giocatore che pochi mesi fa è salito al numero uno del mondo. Ora lo attende un esame durissimo: la semifinale contro Novak Djokovic, il campione di sette titoli a Wimbledon, che a 38 anni ha ancora la fame e la classe del fuoriclasse assoluto. Il serbo non ha lasciato scampo a Cobolli, ma ha dovuto sudare contro il giovane romano, che ha giocato senza mai tremare.

“Sarà una battaglia vera”, lo sanno tutti. Jannik conosce bene il gioco di Djokovic, e dopo la storica vittoria in Coppa Davis nel 2023 è diventato la sua nemesi: cinque vittorie negli ultimi nove confronti. Ma per imporsi ancora, dovrà essere perfetto, cancellando ogni ombra di insicurezza e puntando dritto alla finale. L’obiettivo è chiaro: tornare a giocarsi il trofeo, possibilmente contro Carlos Alcaraz, per chiudere un cerchio che troppo spesso si è interrotto sul più bello. Contro lo spagnolo, infatti, pesa una serie negativa di cinque sconfitte consecutive, culminata nella sciagurata finale del Roland Garros, gettata via dopo tre match point falliti. Un fantasma che va scacciato al più presto.

Ma se Sinner guarda al vertice, Cobolli ha già vinto la sua battaglia personale. Solo pochi mesi fa sembrava perso, senza risultati e senza convinzione. Poi la svolta: il titolo nel 250 di Bucarest ad aprile ha riacceso la fiamma. Da lì è iniziata una scalata che l’ha portato fino ai quarti di Wimbledon, un traguardo impensabile fino a poco tempo fa.

“Cobolli ha mostrato carattere, talento e una crescita mentale impressionante”, affermano i tecnici. Di fronte a Djokovic non ha tremato, ha lottato e ha ricevuto l’ovazione del pubblico londinese. Lunedì sarà numero 19 del mondo, terzo italiano dietro solo a Sinner e Musetti. Un traguardo straordinario per un ragazzo che a inizio stagione sembrava smarrito. Ora è una realtà, e il tennis italiano può sognare in grande con due stelle pronte a brillare.