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Alto Adige

Togliere i voti sotto il 4: si apre il dibattito nelle scuole

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Foto di MChe Lee su Unsplash
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E’ notizia di pochi giorni fa la proposta dell’assessore alla scuola tedesca della Provincia autonoma di Bolzano Achammer, di abolire i voti sotto il 4 a scuola. Fin da subito si è aperto un dibattito fra chi sostiene o meno la proposta dell’Assessore.

I pedagogisti sembrano sostenere per la maggiore la proposta di eliminare le gravi insufficienze, affermando che: “i voti sotto il quattro rischiano di diventare mortificanti per i ragazzi”.

Tesi sostenuta anche dal professor Ianes ordinario di pedagogia alla libera università di Bolzano che spiega il suo modello di istruzione: “i 2 e i 3 sono umilianti, bisogna eliminarli, ho diviso gli studenti in cordate, ed alla fine di un lavoro approfondito davo 30 a tutti” non era però un 30 politico, ma il frutto di un intenso lavoro spiega il professore.






Achammer spiega come la sua idea sia nata da un colloquio che ha avuto con la rappresentanza della scuola tedesca, e si rifà al modello tedesco che ha come voto massimo negativo il 4 ed il 5. Il suo auspicio è che – pur consapevole che si tratta di tematica di competenza statale – l’Alto Adige possa trovare uno spazio di autonomia anche per l’applicazione di un eventuale normativa volta in tal senso.

D’altra sponda sono fin da subito sorte le repliche contrarie alla proposta di modifica. Prima è intervenuta la sottosegretaria all’istruzione Paola Frassinetti, testimone diretta degli di scontri sociali più duri all’interno delle scuole, che afferma come: “nella scuola di decenni fa volavano tanti 2, ma nessuno faceva drammi e ci si rimboccava le maniche”.

A smorzare infine la discussione è intervenuto direttamente il Ministro Valditara affermando che i voti servono solo ad indicatori durante l’anno scolastico, e possono essere declinati nella misura più utile allo studente dal docente. Sottolinea inoltre come sia fondamentale “non far crescere i ragazzi nell’ovatta”.

Infine l’opinione degli studenti si divide, i massimi organi collegiali studenteschi della Provincia sostengono che non vi è una posizione unanime, ma tutti gli studenti vogliono sottolineare che molto spesso a creare umiliazione nello studente non è il voto in sè, ma bensì le eventuali: pressioni familiari, derisioni dei compagni di scuola e pregiudizi dei professori.

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