Bolzano
76° anniversario della morte di Giannantonio Manci: Caramaschi alla cerimonia
Si è svolta ieri, in occasione del 76° anniversario della morte, la Cerimonia di commemorazione di Giannantonio Manci (Trento 14.12.1901 – Bolzano 06.07.1944), Medaglia d’Oro al valor militare, antifascista e partigiano, eroe della Resistenza italiana, nonché Cittadino Onorario del capoluogo dal 2015.
Alla Cerimonia in piazza IV Novembre hanno partecipato oltre al Sindaco Renzo Caramaschi, anche numerose autorità politiche civili e militari, rappresentanti dell’ANPI e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Presenti anche alcuni familiari di Manci tra cui la figlia Annamaria.
Il Sindaco Caramaschi, nel suo intervento, ha sottolineato l’alto spessore civile e morale di Manci.
Il profilo di un eroe dal volto umano, giunto fino all’estremo sacrificio per combattere ogni dittatura nel nome e nel linguaggio universale della pace e della libertà. Provato dal protrarsi degli interrogatori e dalle torture cui era stato sottoposto, Giannantonio Manci a capo del CLN del Trentino, si lanciò dal III° piano del Palazzo Alti Comandi a Bolzano, sede della Gestapo, scegliendo orribile e volontaria morte al rischio di rivelare sotto tortura i nomi dei compagni di lotta.
Questa la motivazione con cui il Presidente della Repubblica il 28.06.1948 gli ha attribuito la Medaglia d’Oro al Valor Militare: “Educato alla scuola dei sommi apostoli dell’irredentismo, fece suo il credo che rese bello il morire per la Patria. Animatore e trascinatore di popolo, seppe fondere energie e volontà per la redenzione dell’Italia da asservimenti e tirannidi. Nel nuovo risorgimento italiano, seguendo gli ammaestramenti degli avi, prese il posto affidatogli dai martiri che lo precedettero nel sacrificio” (omissis)
Dopo l’esperienza fiumana vissuta assieme al fratello Sigismondo, assume posizioni di aperta critica al fascismo, dallo stesso definito fenomeno contro risorgimentale. Di fede repubblicana, fonda assieme ad altri esponenti della Associazione Nazionale Combattenti il movimento “Italia Libera” ispirandosi a Cesare Battisti. Organizza numerosi espatri clandestini di oppositori e famigliari perseguitati dalla dittatura.
Il 21 Settembre 1943 diviene Presidente del CLN Trentino. Arrestato il 28 Giugno, a seguito di delazione della spia Fiore Lutterotti, pone fine alla sua esistenza il 6 Luglio 1944. Gesto estremo che evita lo smantellamento della capillare rete di resistenza al nazifascismo sviluppatasi nell’ Alpenvorland ovvero a cavallo delle province di Trento, Belluno e Bolzano ed a cui diede significativo contributo anche l’Andreas-Hofer-Bund di Erich Amonn, Hans Egarter e Friedl Volgger.
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