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Il 12 febbraio Fusaro a Bolzano: “Vox Italia unica alternativa alla dicotomia destra/sinistra”

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Mercoledì 12 febbraio alle ore 18:30 presso la sala Nikoletti ad Oltrisarco, sarà a Bolzano il filosofo e scrittore Diego Fusaro, ideologo del movimento politico sovranista populista Vox Italia.

Nel corso del convegno sarà presentato il candidato sindaco di Vox Italia alle elezioni comunali di Bolzano del 3 maggio 2020.

Si legge in una nota: “Vox Italia rappresenta anche a livello comunale l’unica alternativa alla dicotomia destra/sinistra, ormai ridotta a reliquia cadavericale di spartizione del consenso elettorale, con l’unico scopo di conservare e perpetrare l’attuale ordine liberista che in Europa si fonda sulla dittatura dell’euro e sulla politica di austerità imposta dai trattati europei.Vox Italia vuole far riconquistare all’Italia e al suo popolo la piena sovranità, così come sancito dall’art. 1 della Costituzione“.



In anteprima, La Voce di Bolzano ha incontrato il filosofo per un’intervista a tutto campo sulle tematiche al centro dell’indirizzo del nuovo movimento.

Vox Italia è un movimento nato da poco sull’onda della necessità di riconquista della sovranità nazionale ma anche dei diritti. Una posizione che non lascia spazio ai facili collocamenti ideologici e supera la classica divisione dicotomica tra destra e sinistra. In che misura questa specificità di Vox potrà essere colta dall’elettore medio?

Difficile dire se potrà essere colto meno dall’elettore medio. Ad ogni modo resta l’unica proposta che vada al di là del bipolarismo amico del potere che io in glebalizzazione definisco “l’alternanza senza alternativa”. Quale che sia il polo vincente, destra bluette o sinistra fucsia, vince il liberismo. Ecco che allora Vox Italia aspira essere un partito non liberista sicuramente, ma democratico e socialista, che sa bene come la democrazia e il socialismo necessitino della sovranità nazionale come base della possibilità di governare l’economia. Del resto non è forse vero che ogni interventismo socialista, welfarista o keynesiano presuppone sempre lo Stato sovrano nazionale?

Il 12 febbraio verrà presentato il Sindaco possibile per Vox Italia. 

I temi naturalmente sono sia nazionali che locali. Sui temi nazionali vale quello che abbiamo già detto. Sui temi locali, oltre al programma per la città, ad ogni modo ci sarà una particolare attenzione per la provincia di Bolzano in una chiave di sovranità del territorio, che è la chiave di Vox. L’Italia esiste come pluralità e unità insieme, quindi ogni territorio con le sue tradizioni e le sue storie deve essere rispettato in quanto parte di un mosaico che è la grandezza del Paese.

Uscita dall’euro perché? L’opzione è fattibile?

L’uscita dall’euro è irrinunciabile. Più precisamente, la lotta di classe del popolo contro l’élite dei lavoratori e contro i parassiti del capitale passa in Europa necessariamente per la lotta contro l’Unione europea e contro l’euro. Occorre risovranizzare l’economia per poterla risocializzare. E risovranizzare l’economia significa risovranizzare la moneta anzitutto. Tornare a una moneta nazionale che non sia quella transnazionale dell’Unione Europea, che implica il fenomeno del rovesciamento fra economia e politica e dello Stato che si indebita chiedendo in prestito moneta alla Banca Centrale Europea. Si rovescia il rapporto fra politica ed economia in quel modo.

Occorre invece uno stato sovrano anche sul punto monetario e che quindi non abbia i mercati al di sopra di sé, ma possa lui stesso, battendo moneta, fare le proprie politiche monetarie in direzione socialista. Ecco perché l’euro non è semplicemente una moneta, come dicono gli sciocchi vecchi e nuovi. L’euro è un metodo di governo liberista che serve a privare lo stato sovrano nazionale della possibilità di fare politiche socialiste e democratiche imponendogli invece di fare le riforme volute direttamente dalla cassa dei Banchieri di Bruxelles come avvenuto nel 2011 con la famosa lettera che ci mando l’Unione Europea per chiedere all’Italia le riforme intenso liberalizzatore concorrenziale e privatistico.

Il Pd non ha il popolo ma ha gli intellettuali. Il MoVimento 5 Stelle ha il popolo ma non gli intellettuali. E la Lega?

Più volte ho ribadito che il Partito Democratico, che è il partito filo bancario, atlantista, eurista e di rappresentanza del polo dominante, ha dalla sua uno stuolo di intellettuali organici, nel senso gramsciano, cioè che usano il partito come imperativo categorico e semplicemente danno legittimazione ideologica a ciò che partito decide. Il MoVimento 5stelle, per parte sua,  al quale ho per certi versi dato la mia simpatia in precedenza, è stato un partito che aveva il popolo dalla sua ma non gli intellettuali. In quest’ultima fase non è nemmeno più il popolo perché come dimostrato dagli andamenti elettorali, ‘decaffeinandosi’ con la sua vicinanza al Partito Democratico sta perdendo anche il popolo e quindi si sta estinguendo. Ciò è gravissimo, perché viene meno quello che i 5 Stelle avevano realizzato, cioè l’uscita dal bipolarismo con una forza sovranista e populista.

La Lega per parte sua ha oggi  sicuramente il popolo dalla sua parte e sicuramente anche qualche intellettuale. Ma è altresì vero che si sta riallineando con il Verbo Unico della globalizzazione. Prova ne è la vicinanza ostentata con l’imperialismo “made in USA’ (si veda dalla foto di Salvini e Trump con la questione iraniana), si sta allineando sempre più con una forma di filo israelismo di maniera e poi si sta allineando anche sul tema dell’Unione Europea. E’ uscito di scena il discorso alla Bagnai dell’uscita dall’euro e dall’Unione Europea. Anzi si dice ora apertamente che Draghi non è male è che l’Unione Europea è irreversibile. Insomma, una metamorfosi kafkiana che sta portando la Lega a negare se stessa.

Cosa intende per “sinistra nemica delle classi deboli” in un passaggio che lei ha definito “dal quarto Stato al terzo sesso”?

Intendo essenzialmente dire che da vent’anni a questa parte il capitale non si rivolge più primariamente alle destre, cioè alla forza storica del capitale. Le usa invece come seconda scelta. Il capitale da vent’anni a questa parte si rivolge primariamente alle sinistre per fare le sue riforme de-emancipative. Non è forse vero che in tutta Europa il capitale vinceva imponendo le sue riforme mentre al governo c’erano Blair in Inghilterra Mitterand in Francia e D’Alema in Italia? Essenzialmente il capitale, come dice già il Senatore Agnelli, dovrà rivolgersi alle sinistre per fare le riforme di destra ed è quello che sta avvenendo.

Ciò dipende dal fatto che certe riforme, se le facesse la destra, parlerebbero subito per quello che sono. Se le fanno a sinistra, invece, da vent’anni a questa parte appaiono come accettabili e vicine al popolo che ancora vive nell’immagine del partito comunista, che invece le nuove sinistre fucsia hanno tradito nella lettera e nello spirito. Ecco perché oggi il nuovo capitalismo è economicamente di destra (deregulation dei mercati finanziari) e politicamente di sinistra. Si basa ovvero sulla forza delle sinistre amiche del capitale, che sposano l’idea della Open Society, del mondo senza confini e senza sovranità, senza possibilità di autodeterminazione democratica dei popoli. Ecco perché, ripeto, il capitalismo è oggi politicamente di sinistra ed economicamente di destra.

“I veri fascisti hanno giacca e cravatta e parlano di spread” ma sono i movimenti sovranisti oggi ad essere additati come fascisti. Mistificazione intenzionale?

Essenzialmente il potere un tempo fu fascista, oggi ha cambiato forma. Come già diceva Pasolini, non è più un potere clericofascista ma è un potere edonista e consumista liberalizzatore e open minded, se vogliamo dire così. Ecco perché oggi è inutile mantenere in vita l’antifascismo, se per antifascismo intendiamo la lotta al vecchio fascismo del manganello che per fortuna è estinto da tempo. Occorre invece essere in prima linea contro il nuovo potere con il suo manganello invisibile dello spread del ‘ce lo chiede il mercato’. Questo è il punto fondamentale. Ora, se la parola sovranità nazionale è in quanto tale fascista, ci troviamo di fronte al non-sequitur per cui la nostra carta costituzionale nata sulle ceneri del Fascismo, in opposizione al fascismo grazie ai padri costituenti antifascisti, essa stessa è fascista perché fin dall’articolo primo rivendica la piena sovranità dello Stato.

E’ evidente quindi che la sovranità dello Stato nazionale non è un concetto fascista.

E’ stato utilizzato dal fascismo e dal nazismo, ma è stato utilizzato anche in funzione anti imperialistica e socialista. ‘Patria o Muerte’ era il motto della Cuba di Che Guevara, ma non dimentichiamo che tutte le forme di Comunismo del Novecento sono esistite come sovranità nazionali, da quelle scandinave fino a Cuba, passando per il Cile di Allende. Insomma, sovranità nazionale è una ‘vox media’, perché lo Stato sovranazionale può, e a giudizio di Vox deve essere, democratico e socialista. L’economia di mercato senza stati nazionali sovrani non potrà mai strutturalmente essere né democratica né socialista.

Ha parlato di idolatria del mercato come vera religione. La corsa del cosiddetto “turbocapitalismo” può essere rallentata?

Sì, il nostro è un mondo che ha smesso di credere in Dio e si è riconvertito integralmente alla fede nel monoteismo del mercato. ‘Paradisi finanziari’ e ‘ce lo chiede il mercato’, per menzionare solo due delle espressioni della nuova teologia economica. Io credo che occorra in questo caso, come dice la domanda, rallentare, ma soprattutto mostrare il carattere teologico e irrazionale di questa nuova fede nel mercato. La vera rivoluzione parte anzitutto da una presa di coscienza del mondo in cui siamo e dei rapporti che lo caratterizzano. Ecco perché non può esservi un partito rivoluzionario senza una teoria rivoluzionaria, come già diceva Lenin.

Ha definito il sistema mediatico come “totalitarismo glamour”. La stampa oggi riconosce ancora il suo ruolo nella formazione di una coscienza civica e politica dei cittadini?

Il sistema mediatico è un ‘totalitarismo cool’, è una forma di persuasione occulta che satura ogni spazio. Io credo che abbia naturalmente ancora un’importanza decisiva, anche se meno rispetto a un tempo perché effettivamente il popolo sempre più sembra procedere in direzione opposta rispetto alle narrazioni costruite e propalate dal sistema mediatico. Questa è la novità forse di questa fase.

 

 

 

 

 

 

 

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