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Non si ferma l’attacco degli Hacker a Trump: rubati 2,3 milioni di dollari

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A pochi giorni dalle elezioni americane più combattute di sempre, il sito della campagna elettorale di Donald Trump è stato violato da criminali informatici sconosciuti.

Infatti, il sito dell’attuale Presidente degli Stati Uniti è stato dominato e soffocato da un messaggio che riportava: “ Questo sito è stato sequestrato. Il mondo ne ha abbastanza delle fake news diffuse quotidianamente dal Presidente, è ora che si conosca la verità”.

Il gruppo hacker nel messaggio sosteneva di essere venuto a conoscenza e di possedere del materiale compromettente sul Presidente, sulla sua famiglia e sul Coronavirus sostenendo che: “Il Trump – Gov è coinvolto nell’origine del coronavirus e sta collaborando per manipolare le elezioni”. Se vero, questo, getterebbe discredito sulla figura del presidente, dimostrando il suo coinvolgimento criminale con attori internazionali.



Nello stesso messaggio in fondo, anche due wallet ai quali veniva chiesto di inviare delle criptovalute: uno per chiedere di condividere i documenti citati e l’altro per non farlo.

L’attacco hacker confermato attraverso i social da Tim Murtaugh, responsabile della campagna di Trump, ha visto il ripristino del sito web in pochissimi minuto al fine di minimizzare il più possibile i danni, e grazie all’aiuto delle forze dell’ordine si sta già indagando sulla fonte dell’attacco.

Dalla Casa Bianca ammettono però che non è stata rilevata alcuna esposizione di dati sensibili perché nessuno di quelli è stato memorizzato sul sito.

Nonostante le indagini in corso, restano sospetti di attacchi hacker sponsorizzati dallo Stato oppure, la caratteristica grammatica anglosassone indicherebbe semplicemente un tentativo di alcuni hacker inglesi in cerca di soldi.

Il leader locale dei Repubblicani, Andrew Hitt, ieri invece riferisce che un gruppo di hacker ha sottratto al Partito repubblicano nel Wisconsin 2,3 milioni di dollari da un conto corrente dedicato a finanziare attività per la rielezione del presidente Donald Trump.

Il Partito aveva notato attività sospette il 22 ottobre scorso e aveva contattato immediatamente il Federal Bureau of Investigation (Fbi), che – spiega Hitt – sta attualmente indagando sull’episodio.

Secondo il presidente del Partito repubblicano nel Wisconsin, gli hacker sarebbero riusciti a manipolare le fatture di quattro fornitori ingaggiati per inviare materiale postale e gadget elettorali per la rielezione di Trump. Così, quando il Partito ha provveduto al saldo dovuto, il denaro è andato agli hacker invece che ai fornitori.

Il Wisconsin è uno degli Stati in bilico che potrebbero avere un ruolo decisivo per l’esito delle elezioni del prossimo 3 novembre. Qui nel 2016 ha vinto Trump con un distacco di meno di 23 mila voti, ma quest’anno i sondaggi danno in netto vantaggio il candidato democratico Joe Biden, che sarà proprio nel Wisconsin venerdì prossimo.

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