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Consigliere di FdI respinto dalla giunta, è scontro nel Comune di Brennero

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Il Comune di Brennero certifica: essere donna vale di più che essere italiano. E giustifica con questa motivazione la decisione di respingere l’opposizione presentata da Fratelli d’Italia contro la deliberazione del Consiglio comunale di Brennero con cui si eleggeva ad assessore esterno per il gruppo italiano una signora (sconosciuta politicamente ma gradita) invece del consigliere eletto del gruppo italiano di Fratelli d’Italia Giuseppe Sabatelli. Non potranno essere giustificazioni politiche a fare tollerare la aperta discriminazione operata dal Comune di Brennero verso gli elettori“.

La protesta di Fratelli d’Italia per quanto sta accadendo a Brennero si fa sentire. Come sottolinea il consigliere provinciale e regionale Alessandro Urzìla scelta da parte del Consiglio su indicazione del sindaco di una assessore esterno (del gruppo italiano) al posto dell’unico consigliere di lingua italiana, eletto dai cittadini ma trattato come fosse invisibile, solo per una pregiudiziale ideologica verso Fratelli d’Italia, a cui appartiene“.

La violazione denunciata, con un atto di opposizione depositato in Comune da una delegazione di FdI, riguarda la violazione esplicita della legge regionale sugli enti locali: inutile girarci attorno, si è voluto colpire la rappresentanza italiana che coincide con quella politica di Fratelli d’Italia introducendo un precedente inaccettabile (e infatti non previsto dalla legge) per cui si possa accogliere al governo del territorio anche chi non sia stato eletto sebbene sia presente in Consiglio comunale una rappresentanza del medesimo gruppo linguistico. Non gradita per motivi ideologici.



Così però accade che il voto degli elettori viene buttato nella pattumiera, tanto vale nemmeno andare a votare se poi chi viene eletto viene ignorato e si scelgono i più accomodanti, i primi che passano per la strada. La legge, si diceva, l’articolo 54, comma 6 del Testo unico degli enti locali (legge regionale 3 maggio 2018, n. 2 e seguenti modifiche): ‘Nel caso in cui nello statuto sia prevista la nomina di assessori non facenti parte del consiglio, il loro numero non può superare la metà di quello spettante a ciascun gruppo linguistico‘. Quindi dall’esterno non si può scegliere nessuno se prima non si ‘pescano’ i rappresentanti del popolo da chi è stato eletto.

C’è ‘una priorità della rappresentanza dei generi in confronto ad altre condizioni’, ossia all’essere italiano, scrive però la giunta comunale per dire che la scelta sull’assessora italiana esterna era da privilegiare alla nomina del consigliere di Fratelli d’Italia (scelto dai cittadini con il voto) che avrebbe poi imposto di correggere la quota di genere in  giunta comunale con una sostituzione di un assessore uomo con una donna. Del gruppo tedesco. Che è nei poteri del sindaco ma che il sindaco non ha voluto nemmeno prendere in considerazione applicando la pregiudiziale ideologica verso Fratelli d’Italia, esprimendola chiaramente anche nella delibera contraria all’opposizione presentata in Comune.

Ma attenzione: prendendo questa decisione è la stessa giunta, per paradosso, a scrivere nel dispositivo che ‘è assicurata la rappresentanza del gruppo linguistico italiano nella giunta anche se non proprio secondo i requisiti contenuti nell’art. 54, comma 6’ della legge regionale. Ossia scegliendo l’italiana di comodo e da fuori il Consiglio comunale è il comune stesso a riconoscere che non ha rispetto la legge“.

Sottolinea Urzì: “Non mi era mai accaduto di leggere una cosa del genere in una delibera: la approviamo ma è contro la legge. Sintomo di arroganza e supponenza che attesta la chiara discriminazione inferta al gruppo italiano. Spiega la giunta nel respingere il nostro ricorso: ‘se il posto libero nella giunta fosse stato assegnato all’unico consigliere appartenente al gruppo linguistico italiano, che però non è di sesso femminile, ma maschile, ciò avrebbe comportato una violazione della quota dei generi ai sensi dell’art. 55, comma 1 (della stessa legge regionale, ndr). La mancata adeguata rappresentanza di entrambi i generi nella giunta comunale ai sensi dell’art. 55, comma 1, è motivo per l’intimazione al comune da parte della giunta provinciale di rispettare la quota legale, con l’ultima conseguenza dello scioglimento del consiglio a causa di “atti contrari alla costituzione o gravi persistenti violazioni di legge, qualora tale obbligo non venga rispettato’.

Vero: ma solo se si omette di prendere in considerazione le altre opportunità offerte al sindaco, ossia di esercitare i suoi poteri di sostituzione di membri di giunta, facendo entrare una donna del gruppo tedesco, e garantendo il rispetto della quota linguistica ma anche del voto. Altrimenti sarebbe come dire che votare non serve più. E se nel futuro i rappresentanti italiani non fossero graditi la Svp potrebbe sceglierseli da fuori il consiglio, fra quelli più graditi, ignorando le volontà popolari“.

Fratelli d’Italia ha lanciato intanto a livello nazionale una campagna su questa vicenda che probabilmente approderà a questo punto davanti agli organi di giustizia.

Perché se passa questo principio discriminatorio domani non ci sarà più certezza di rappresentanza del gruppo italiano ovunque, in Alto Adige. Come grida vendetta al cielo che sia affermato un principio come quello per cui vale di più essere donna che italiano. Perché sono due valori egualmente fondamentali e da rispettare. Il grado di valori assegnatogli dall’amministrazione di Brennero è assolutamente indecente.

Un’ultima annotazione: il comune aveva richiesto un parere all’Ufficio enti locali della Provincia che aveva effettivamente suggerito la via di fuga possibile, che comprendeva di fatto la composizione della giunta con l’italiano eletto in Consiglio ma anche la copertura della quota di genere. Non andava bene, per la Svp, perché non giustificava la volontà di applicare la discriminazione ideologica verso FdI. E così è stato richiesto un nuovo parere ma questa volta all’Ufficio di vigilanza che viene presentato come la Bibbia.

Peccato che solo poche settimane fa era stato lo stesso presidente Kompatscher a ricordare in risposta ad una nostra interrogazione che ‘l’amministrazione provinciale e quindi l’Ufficio Vigilanza e consulenza dopo la riforma della Costituzione del 2001 non dispone più infatti del potere di annullamento di delibere comunali e il suo ruolo si esaurisce nel dare pareri e interpretazioni giuridiche’. Pareri ed interpretazioni, che non sostituiscono le leggi. E in Alto Adige molto… influenzabili’.

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