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Ucraina, Dorfmann: “Un piano per la sicurezza alimentare” 

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Il grano costa quasi il doppio sul mercato mondiale rispetto a inizio anno. Le cose non vanno molto meglio per il mais. Ciò ha un impatto anche sui prezzi dei mangimi e mette a dura prova agricoltori e consumatori, soprattutto perché al momento energia e fertilizzanti sono particolarmente cari.

Martedì, l’europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann ha discusso online col ministro dell’agricoltura ucraino Roman Leshchenko. Dorfmann, che è coordinatore del PPE in commissione agricoltura, e gli altri parlamentari hanno così ricevuto informazioni di prima mano sulla situazione di questo settore in Ucraina.

Mercoledì poi, è stato presentato in Parlamento europeo un piano d’azione urgente per garantire la sicurezza alimentare all’interno e all’esterno dell’Ue. 



L’obiettivo di questo piano d’azione è semplice: dobbiamo sostenere gli agricoltori europei a produrre quanto più cibo possibile”, afferma Dorfmann. A tal fine, a breve entrerà in vigore un pacchetto di aiuti da 500 milioni di euro.

Tuttavia, per Dorfmann questo è solo un primo passo. Molto più denaro potrebbe essere necessario per fermare la spirale che colpisce i prezzi dei generi alimentari. Perché anche se la guerra finisse domani, “l’impatto sul raccolto di quest’anno si farà sentire, poiché la semina in Ucraina sarà gravemente compromessa“, spiega Dorfmann.

Le conseguenze sulla sicurezza alimentare globale non sono ancora del tutto quantificabili. Questo è particolarmente vero per quei paesi che hanno fin qui acquistato gran parte del loro grano dall’Ucraina, come nel caso soprattutto di realtà del Nord Africa (ad esempio Egitto o Algeria).

Va aggiunto che metà del grano distribuito nell’ambito del Programma alimentare mondiale proviene dall’Ucraina.Non dimentichiamo che dodici anni fa la ‘primavera araba’ fu innescata da un aumento del prezzo dei prodotti alimentari di base”, ricorda Dorfmann. 

L’Ucraina esporta principalmente grano e olio. Con quasi la metà dell’olio di girasole del mondo, essa è il più grande produttore mondiale. Per di più, il paese devastato dalla guerra è anche un importante fornitore di soia non geneticamente modificata.

L’Ue importa anche molta carne di pollo e uova dall’Ucraina. La Russia invece rappresenta un quinto della produzione di grano mondiale e anche un quinto di quella di olio di girasole. Le importazioni sono bloccate non solo dall’Ucraina ma anche dalla Russia.

I porti del Mar Nero, da dove veniva spedita la maggior parte di questo grano, sono attualmente fuori uso. Va fatto di tutto affinché gli agricoltori ucraini possano realizzare almeno parte della loro produzione quest’anno, per salvaguardare una fetta degli introiti. 

Durante il suo discorso nella plenaria del Parlamento europeo, Dorfmann ha invocato un piano d’azione per la sicurezza alimentare in Europa e nel mondo. Bisogna controllare, prodotto per prodotto, dove possono verificarsi i colli di bottiglia e quali sono i fornitori alternativi.

Stiamo identificando dove abbiamo riserve in quanto Ue e quali paesi hanno capacità aggiuntive”, spiega l’europarlamentare. Quest’anno, tutte le estensioni agricole in Europa vanno impiegate per la produzione di cibo. Per la prima volta dopo tanto, infatti, la questione della sicurezza alimentare torna a essere prioritaria, nonostante in certi dibattiti degli ultimi anni alcuni avessero perso di vista che “il compito dell’agricoltura è proprio quello di produrre cibo per le persone“.

Due anni di pandemie e l’attuale guerra ci ricordano che la sostenibilità ambientale e la produttività agricola devono andare mano nella mano. – ha ribadito Dorfmann – . La sostenibilità è necessaria, ma deve essere conciliata con l’obiettivo sacrosanto della sovranità alimentare”.

Tra le altre cose, il piano d’azione presentato in Parlamento chiede che sia rafforzata l’autonomia strategica dell’Europa nel settore degli alimenti e dei mangimi, così come in quello agricolo nel suo complesso.

Per me è chiaro: per tutta la durata di questa situazione molto particolare, va rinviata ogni proposta legislativa che potrebbe comportare una riduzione dei livelli di produttività alimentare.

Inoltre, va affrontato ancora più rapidamente il problema degli sprechi alimentari nell’Unione, per quanto riguarda tutte le fasi della catena di approvvigionamento. Ciò potrebbe anche ridurre la pressione sul settore agroalimentare europeo”, conclude Dorfmann. 

 

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