Italia ed estero
Verso un nuovo patto di stabilità: a rischio alcune riforme del Governo Meloni
Ci si avvia verso un patto di stabilità “più equilibrato”, con regole a quanto pare più efficaci che prevederebbero una riduzione del debito più graduale rispetto alle norme finora in vigore.
Questo in particolare, andrebbe a toccare i Paesi con deficit sopra il 3% o con debito sopra il 60% che dovranno mettere in atto dei piani di aggiustamento di bilancio per ridurre il debito.
In particolare, i Paesi interessati avranno l’obbligo di un aggiustamento di bilancio dello 0,5% in caso non lo facessero saranno soggetti automaticamente ad una procedura d’infrazione.
Al fine di tutelare gli investimenti strategici, come difesa, green e digitale, questi potranno contare su più tempo per la riduzione del debito (sette anni invece di quattro).
Al contrario, non saranno previsti esenzioni per altri investimenti. La proposta di riforma del Patto di stabilità dovrà essere approvata dagli Stati entro fine anno per poi entrare in vigore dal 2024.
Per un adeguato monitoraggio sulla riduzione del debito gli Stati membri dovranno presentare relazioni annuali sullo stato di avanzamento, seguendo il modello degli attuali Piani nazionali di ripresa e resilienza.
Le novità però non piacciono a tutti. Sono infatti arrivate critiche da Germania, Francia e Italia. In particolare, per l’Italia (che ha un deficit sopra il 3%) significherebbe un aggiustamento annuo pari allo 0,85% del Pil (circa 15 miliardi di euro).
In particolare, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti avrebbe fatto notare che con le nuove regole gli investimenti del Piano Nazionale potrebbero cambiare alcune priorità. Se il Governo Meloni aveva promesso riforme delle pensioni e dell’irpef, con queste nuove regole, mancherebbero le risorse adeguate.
Durante un intervista rilasciata al Corriere della Sera, Giorgetti avrebbe infatti dichiarato che “il nuovo Patto di stabilità impone una rigorosa revisione della spesa, di tutta la spesa, compresi gli investimenti”.
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