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Italia ed estero

Battisti arrestato in Bolivia: in Italia lo aspettano 30 anni di carcere

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E’ stato individuato e catturato, senza opporre resistenza, dagli agenti dell’Interpol e dell’Aise a Santa Cruz, in Bolivia.

Non è bastata la fuga dal Brasile, pianificata da tempo, ad evitare a Cesare Battisti la cattura dopo la lunga “latitanza” in Sudamerica (i servizi internazionali conoscevano bene ogni suo spostamento).

Scappato in Francia e in Messico in seguito all’evasione del 4 ottobre 1981 dal carcere di Frosinone dopo una condanna per banda armata (vi era detenuto dal 1979), successivamente reinventatosi autore di romanzi noir, Battisti aveva raggiunto il Brasile nel 2004.



Ne era seguito un lungo teatrino con l’arresto di tre anni dopo, la richiesta dello status di rifugiato, l’estradizione negata e un nuovo arresto con la scarcerazione immediata e la solidarietà di tutto il mondo intellettuale.

Nel 2010 era stato – con una scelta esclusivamente politica – l’allora presidente Inacio Lula da Silva a sovvertire ancora una volta il verdetto di estradizione.

Dopo la lunga alternanza di colpi di scena tra i vari cambi di presidenza, nel 2017 l’estradizione definitiva già avanzata dall’allora presidente Michel Temer fu ancora una volta evitata.

Oggi, l’elezione di Bolsonaro, ex militare ed esponente di estrema destra, ha messo fine al lunghissimo “soggiorno” sudamericano di Battisti, riconsegnandolo nelle mani della giustizia.

Una fuga durata complessivamente quasi 37 anni. «Bolsonaro – dicono fonti dell’intelligence – ha costretto Battisti a fuggire, consentendo ai boliviani di prenderlo, nonostante lui confidasse nella tutela del governo di Evo Morales”.

Non ci sarà tuttavia l’ergastolo ad aspettarlo in Italia: in Brasile questa misura detentiva non esiste perché vietata dalla Costituzione. Per questo motivo l’Italia, in base a un accordo firmato tra il 5 e 6 ottobre del 2017, si è impegnata a garantire che il “fine pena mai” non sarà applicato a Battisti.

A specificarlo è l’ex direttore degli Affari di Giustizia del ministero, Raffaele Piccirillo, che seguì direttamente il caso quando ministro era Andrea Orlando.

L’ex leader dei Pac (Proletari armati per il comunismo) dovrà comunque tornare in Italia, e non è escluso che il 64enne ex terrorista arrivi a Roma già nella giornata di oggi (13 gennaio) o di domani.

L’estradizione, i cui tempi dipenderanno dalla rapidità delle procedure di espulsione boliviane, potrebbe avvenire direttamente dalla Bolivia o successivamente a un breve ritorno in Brasile.

Originario di Cisterna di Latina, il terrorista era stato condannato a quattro ergastoli per la partecipazione ad altrettanti omicidi compiuti tra il 1978 e il 1979.

Battisti fu giudicato colpevole di aver sparato al maresciallo Antonio Santoro (Udine, 6 giugno 1978), e all’agente della Digos Andrea Campagna (Milano, 19 aprile 1979).

E’ stato anche condannato per aver partecipato all’assassinio di Lino Sabbadin, macellaio di Mestre (Santa Maria di Sala, Venezia, 16 febbraio 1979) e alla pianificazione dell’omicidio del gioielliere Pieluigi Torregiani (Milano, 16 febbraio 1979).

 

 

 

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