Alto Adige
Bolzano affronta l’urgenza di assistenza agli anziani: liste d’attesa in crescita e carenza di personale
La situazione delle case di riposo a Bolzano sta diventando sempre più pressante con la lista d’attesa che ha raggiunto le 482 persone, in netto aumento rispetto ai 300 individui di qualche mese fa. A peggiorare il quadro ci sono 41 posti letto che rimangono inutilizzati a causa della mancanza di personale, mentre precedentemente i posti inattivi erano 68.
Liliana Di Fede, direttrice dell’Azienda servizi sociali, ha espresso l’obiettivo di colmare tale deficit entro la fine dell’anno. “È nostro obiettivo coprirli tutti entro la fine di quest’anno”, afferma con determinazione. Tuttavia, sia il Comune che l’Assb (Azienda servizi sanitari di Bolzano) hanno riconosciuto le difficoltà nell’assunzione di nuovo personale nonostante gli ingenti sforzi quotidiani: “Facciamo di tutto e di più”, sottolineano.
Di Fede, già lo scorso settembre, aveva lanciato l’allarme sul crescente bisogno di assistenza, una previsione che si è tristemente avverata. “Mi piacerebbe poter dire di sì a tutti. Aiutare, dare una mano. Ma non ce la facciamo”, ha spiegato preoccupata, facendo riferimento all’ondata di richieste che la città sta affrontando.
La problematica è doppia: la mancanza di letti si accompagna a quella di personale qualificato, tra cui operatori socio-assistenziali (Osa), operatori socio-sanitari (Oss) e infermieri.
L’assessore al sociale, Juri Andriollo, ha evidenziato il calo di interesse per le professioni sociali, aggravato da un calo demografico che rende sempre più arduo reperire personale adeguato. “Il calo demografico si fa sentire, le persone non ci sono più fisicamente e in più ambiscono meno a questo tipo di lavoro”, ha detto Andriollo, descrivendo la situazione come “un bel problema” all’interno di una popolazione che invecchia e una domanda di assistenza in aumento.
Nelle strutture gestite da Assb si contano 41 letti vuoti su 423 accreditati, tutti non utilizzati a causa della carenza di personale. Tuttavia, la soluzione non è semplicemente riaprire questi posti letto, poiché il problema delle liste d’attesa è più complesso.
Una nota positiva viene dalle case di riposo convenzionate con l’Assb, dove i 218 posti accreditati sono tutti occupati grazie alla possibilità di assunzioni più flessibili, in quanto non è richiesto il patentino.
Infine, l’Azienda servizi sociali si scontra quotidianamente con la realtà di abitazioni troppo piccole per ospitare una badante, situazione frequente nelle famiglie di anziani che cercano assistenza. Queste dinamiche familiari contribuiscono ad allungare ulteriormente le liste d’attesa, delineando una crisi che necessita di soluzioni immediate e strutturate.
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