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Politica

Brennero, discriminato il voto degli italiani. Urzì: “Pronti al ricorso al Tar e alla Corte di Giustizia europea”

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Non potranno essere giustificazioni politiche a fare tollerare la aperta discriminazione operata dal Comune di Brennero verso gli elettori. I fatti: la scelta da parte del Consiglio su indicazione del sindaco di un assessore esterno (del gruppo italiano) al posto dell’unico consigliere di lingua italiana, eletto dai cittadini ma trattato come fosse invisibile. Per una pregiudiziale ideologica verso Fratelli d’Italia, a cui appartiene.

La violazione denunciata, con un atto di opposizione depositato in Comune da una delegazione di Fratelli d’Italia, riguarda la violazione esplicita della legge regionale sugli enti locali: inutile girarci attorno, si è voluto colpire la rappresentanza italiana che coincide con quella politica di Fratelli d’Italia introducendo un precedente inaccettabile (e infatti non previsto dalla legge) per cui si possa accogliere al governo del territorio anche chi non sia stato eletto sebbene sia presente in Consiglio comunale una rappresentanza del medesimo gruppo linguistico. Non gradita per motivi ideologici”.

Queste le parole di denuncia del consigliere provinciale e regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì.

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“Così però accade che il voto degli elettori viene buttato nella pattumiera, tanto vale nemmeno andare a votare se poi chi viene eletto viene ignorato e si scelgono i più accomodanti, i primi che passano per la strada. La legge, si diceva, l’articolo 54, comma 6 del Testo unico degli enti locali (legge regionale 3 maggio 2018, n. 2 e seguenti modifiche): “Nel caso in cui nello statuto sia prevista la nomina di assessori non facenti parte del consiglio, il loro numero non può superare la metà di quello spettante a ciascun gruppo linguistico”.

Ed a Brennero l’assessore era uno (poi deceduto) e ne spettava uno. La legge quindi permette di avere un assessore esterno solo in presenza di almeno due assessori consiglieri eletti dagli elettori del medesimo gruppo linguistico. La ratio della norma è dare precedenza nell’assunzione di ruoli amministrativi primariamente agli eletti del gruppo linguistico interessato (destinatari di consenso elettorale e quindi si presuppone anche di legittimazione) e solo successivamente a terzi, in una quota comunque sempre relativa.

Da qui l’opposizione a cui seguirà nel caso il ricorso al Tar ed alla Corte di Giustizia europea per palese discriminazione ideologica, lo strappo verso una regola peraltro prevista dallo Statuto di Autonomia. Per paradosso era stato richiesto anche un parere della Provincia, poi ignorato dal sindaco e dal consiglio comunale.

Ed il parere dava la soluzione, ossia come procedere alla sostituzione dello scomparso assessore Ponzano senza mai citare il passaggio della legge regionale sugli assessori esterni però citato per paradosso proprio dal Consiglio comunale, che però non lo ha rispettato. Rimane la pesantissima discriminazione verso Fratelli d’Italia e l’atto con cui si è ignorato il voto popolare violando la legge”.

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