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«Condizioni di detenzione inumane e degradanti: si invocano solo per chi sta dalla parte “giusta”»

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Egregio Direttore,

Trovo assai bizzarro, ma in questo disgraziato Paese, dove tutto gira alla rovescia, comunque poco sorprendente, il conformismo unanime della maggior parte dei giornali concentrati sul caso Salis mentre in contemporanea si consumava l’ ennesima beffa di Stato ai danni dell’ ex ergastolano Zoncheddu, riconosciuto innocente dopo 33 anni di detenzione e  risarcito per le inumane condizioni di detenzione con la miseria di € 28.000,00, praticamente con un  misero e vergognoso caffè per ogni giorno di gattabuia…..

Ed infatti ci si preoccupa piuttosto delle condizioni di detenzione all’ estero, definite inumane e degradanti, tant’è che la Corte di Appello di Milano per tale motivazione non ha concesso l’ estradizione verso l’ Ungheria di un anarchico implicato nell’ affaire Salis, e si passa invece sotto silenzio stampa l’ insostenibile situazione carceraria esistente in Italia, dovuta essenzialmente al sovraffollamento abnorme di extracomunitari detenuti in Italia, per lo più clandestini traghettati da ong e buonisti vari verso il crimine su suolo nazionale, e ad un regime penitenziario fallimentare dovuto ad una legge voluta dalla sinistra ( Legge Gozzini ), che impedisce una pena certa ed un regime detentivo ordinato, dato che interi bracci sono lasciati in balia dei detenuti a cella aperta e dove raramente entrano i secondini, nuovi prigionieri di Stato.



Nemmeno viene citata la situazione di Filippo Mosca, con destino analogo a quello di Chico Forti, detenuto in Romania in una cella con altri 25 detenuti comuni infestata da topi e scarafaggi, nel mentre esiste agli atti una confessione di soggetto mai indagato che lo scagiona dall’ accusa di possesso di stupefacente per la quale sconta 8 anni e mesi 6 di carcere senza sconti o benefici, pena impensabile per gli spacciatori conclamati nella nostra civilissima Italia.

Nemmeno viene citata la notizia che all’ estero ci sono detenetuti circa 2.000 concittadini, la metà dei quali sono in carcere in attesa di giudizio, dei quali nulla si sa, perchè i giornaloni non se ne occupano e non è politicamente corretto.

Non si vede quindi perchè si debba dare alla Salis tutta questa attenzione, dato che altri concittadini ricevono analogo trattamento, perfino peggiore, nel pieno silenzio a sinistra perchè non è gente loro ma semplicemente gente comune, non utile alla loro narrazione.

Viene inoltre addebitato in maniera ignobile al Governo di non fare nulla per liberazione di questa signora, accusa assai bizzarra, a dir poco, perchè è impensabile che una pressione dell’ esecutivo possa scalfire l’ autonomia di un altro potere, quello giudiziario, sottoposto alla legge propria di ciascun paese.

Peraltro questa pretesa manderebbe a bagno secoli di pensiero progressista, partito a gonfie vele dalla mente illuminata di Montesquieu e, a quanto pare, destinato a naufragare sulle infide coste dei pseudo democratici di sinistra italici.

L’ operazione tentata dalla sinistra è quindi l’ ennesima polpetta avvelenata data in pasto ai beoti che credono alle fandonie raccontate dalle truppe cammellate della loro stampa che anche  e soprattutto in questo caso applicano il noto sistema della menzogna spudorata che, ripetuta all’ infinito,  si tramuta in verità.

Ma in Ungheria pare non ci siano cascati e la delegazione di parlamentari arrivata colà per dare grancassa all’ operazione è tornata con le pive nel sacco.

Rimane la constatazione che, se questa signora fosse rimasta in Italia ad insegnare invece che andare all’ estero a menare le mani con la scusa dell’ antifascismo militante, nulla le sarebbe successo. Esattamente come nulla succede per fatti analoghi in Italia, se si sta dalla parte “giusta”.

Il caso del ragazzotto che ha mimato il gesto della P38 in Senato insegna.

Avv. M.stefano Sforzellini – Trento

 

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