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Ungheria, Orbán rieletto alle politiche. Vittoria schiacciante, sospetto di brogli

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Viktor Orbán è stato rieletto alle elezioni politiche in Ungheria e il presidente Putin gli manda un telegramma di congratulazioni per il suo quinto mandato e il quarto esecutivo da lui retto.

E dopo l’attacco a Volodimir Zelensky ci si chiede se anche la terra magiara si stia preparando a rinsaldare il vecchio legame con la Russia. Del resto nella serata di domenica poco dopo l’annuncio della vittoria, Orbán ha citato il presidente ucraino tra i suoi «nemici».

Sicuramente il ritorno al ‘vecchio modello’ sovietico è l’aspirazione di Putin, il quale avrebbe espresso fiducia nel fatto che ‘nonostante la difficile situazione internazionale ci sia un ulteriore sviluppo del partenariato tra Russia e Ungheria‘.

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Zelensky dal canto suo aveva risposto a Orban nel corso del suo discorso all’Europarlamento, invitandolo a prendere una posizione nel conflitto dopo il rifiuto di  dare armi all’Ucraina e l’opposizione alle sanzioni internazionali.

Nel frattempo, sulla vittoria schiacciante che ha regalato al neo presidente ungherese il 53% dei voti e al suo partito Fidesz la maggioranza dei due terzi del Parlamento, pesa il sospetto di brogli elettorali, tanto da posrtare l’OSCE a spedire una delegazione di duecento osservatori nel Paese.

Un avvertimento arrivato al mittente già quattro anni fa, in occasione dell’ultimo voto che era stato definito dai tecnici “libero ma scorretto“.

Molto pesante il giudizio dell’avversario politico di Fidesz, Marky Zay che ha sottolineato “in questo sistema ingiusto e disonesto non potevamo fare di più“.

Márton Gyöngyösi, vicepresidente di vicepresidente di Jobbik, il partito di destra tradizionale alleato di Orban, ha poi lanciato un allarme su quella che lui considera oramai una deriva autoritaria del premier.

Adesso – ha detto Gyöngyösi – i nostri unici amici saranno la Serbia e la Russia. Persino i Paesi Visegrad e in particolare la Polonia, storica alleata, ci hanno voltato le spalle. Siamo sempre più soli. In Europa e nella Nato“.

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