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Economia e Finanza

Il mercato rialzista sta prevalendo, come reagirà il Governo italiano?

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Il prezzo del gas naturale ha recentemente toccato i suoi massimi storici da 13 anni, quando la forte stagione di uragani minacciò le piattaforme del Golfo del Messico.

Il valore del combustibile fossile era già aumentato di oltre il 400% a inizio 2022 rispetto all’anno precedente, ma il conflitto russo-ucraino ha peggiorato la situazione fino a far lievitare oltre gli 8 dollari per milione di BTU,

Sapere come riconoscere un mercato rialzista è indubbiamente una delle nozioni più importanti che un investitore o un trader cercano di apprendere nelle loro carriera, e questo ne ha tutte le caratteristiche.



Molti iniziano a parlare anche di mercato rialzista (o bully market, per utilizzare un termine inglese) di lungo termine, vale a dire che rimarrà tale per molto tempo. Sarà davvero così?

Quello che è certo è che privati e imprese stanno già subendo in maniera pesante i forti rincari. Se gli italiani stanno già vedendo diminuire in modo rilevante il potere d’acquisto a causa dei rincari, la situazione sembra ancora più critica dal lato delle imprese. Confindustria lamenta un calo nella produzione nel primo trimestre 2022 e teme che il calo possa proseguire anche con ricadute dal punto di vista occupazionale.

La spinosa questione del gas russo – Negli ultimi mesi economia e emergenza politica si sono intrecciati irrimediabilmente. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio ha aperto una crisi internazionale alla quale i paesi del blocco occidentale hanno reagito con pesanti sanzioni nei confronti di Mosca.

I provvedimenti hanno interessato anche per la prima volta il circuito bancario Swift, bloccando di fatto i pagamenti da e verso la maggior parte delle banche russe.

Non è stata però coinvolta nel blocco la banca russa Gazprombank, ovvero l’istituto tramite il quale l’Europa paga i gas alla Russia. Il gas è infatti il vero nervo scoperto delle sanzioni verso Mosca.

Se l’Italia è dipendente per oltre il 40% dal gas russo non solo per il riscaldamento ma anche per l’elettricità, anche la Germania è pesantemente esposta in questo senso.

 

Il presidente ucraino Zelensky ha più volte richiesto che le sanzioni contro Putin vengano estese anche al gas per rendere più pesante la stretta economica nei confronti della Russia.

L’Europa vorrebbe aderire a questo appello, ma si ritrova a fare i conti con la necessità di trovare un’alternativa nell’immediato, e il percorso non sembra essere molto facile.

Le iniziative del Governo – Il governo italiano si ritrova dunque da una parte a dover affrontare il problema del rincaro del prezzo del gas con contraccolpi diretti su quello dell’energia, dall’altra a dover cercare una soluzione alternativa rispetto al combustibile russo. I due elementi sono intrecciati loro ma non sempre vanno nella stessa direzione: ad esempio un maggiore ricorso al gas liquefatto dagli Stati Uniti al momento potrebbe far incrementare ulteriormente i costi della materia prima.

Si sta allora spingendo sulle soluzioni alternative. La Francia, rispetto a Italia e Germania, ha subito rincari dell’energia più contenuti perché può contare sull’energia nucleare. L’Italia ha rinunciato da più di 30 anni al nucleare e riaprire la partita non sembrerebbe essere un’opzione, anche perché la scelta richiederebbe anni per poter dare i primi effetti.

Ecco dunque che le energie rinnovabili sembrano essere il settore rispetto al quale Draghi e i suoi ministri vogliono spingere maggiormente sull’acceleratore, sbloccando molti dei progetti bloccati legati a queste fonti di energia, a partire da eolico, e fotovoltaico (energia solare). Accanto a questo, è aperto il dialogo con i paesi nordafricani produttori di gas per convincerle ad aumentare le loro esportazioni verso l’Italia.

Conclusioni – A livello globale, il mercato rialzista nei confronti del gas fornisce un quadro allarmante dal quale imprese e privati italiani sono particolarmente colpiti. L’Italia e l’Europa, al contempo, si trovano a dover anche fare importanti scelte rispetto alla loro dipendenza dal gas russo, per rispondere agli appelli del presidente ucraino e sferrare alla Russia un colpo maggiore rispetto a quello inferto dalle attuali sanzioni. I prossimi mesi saranno cruciali e, forse, decisivi.

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