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In carcere per oltre trent’anni, ora assolto: era innocente!

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foto ANSA
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La Corte di Appello di Roma ha emesso una sentenza storica, assolvendo l’ex allevatore dalla responsabilità della strage avvenuta a Sinnai, provincia di Cagliari, il 18 gennaio 1991. La decisione, scaturita da un lungo processo di revisione, ha annullato la condanna all’ergastolo che gravava su di lui, dichiarandolo innocente con la formula “per non avere commesso il fatto”.

Dopo oltre tre decenni di detenzione, l’ex allevatore è stato liberato, scatenando reazioni di commozione e applausi calorosi da parte del pubblico presente in aula, molti dei quali provenienti dalla Sardegna. “Per me è la fine di un incubo”, ha dichiarato lui stesso, visibilmente commosso dalla sentenza.

Il caso giudiziario ha avuto una svolta decisiva durante il processo di revisione quando Luigi Pinna, il supertestimone e unico sopravvissuto della strage, ha confessato di aver accusato l’ex allevatore sotto l’errata influenza di un agente di polizia. Tale rivelazione ha minato la credibilità della testimonianza che per trent’anni aveva rappresentato l’elemento chiave per la condanna.



Il procuratore generale Francesco Piantoni, nel suo intervento, ha evidenziato le incongruenze e le menzogne che hanno caratterizzato il caso, mettendo in evidenza il ruolo cruciale della testimonianza di Pinna nell’errata condanna. Il processo di revisione ha anche riesaminato gli elementi relativi al movente e all’alibi dell’imputato, nonché le indagini svolte subito dopo il massacro, focalizzate su una faida tra famiglie di allevatori locali.

La strage di Sinnai avvenne rapidamente quando un assalitore, arrivato in scooter, uccise Gesuino Fadda e suo figlio Giuseppe, e Ignazio Pusceddu, mentre Pinna rimase gravemente ferito. A quel tempo, l’ex allevatore, all’età di 27 anni, fu rapidamente individuato e arrestato, dando avvio a un lungo incubo giudiziario che si è concluso solo ora, dopo 33 anni.

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