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Benessere e Salute

Le grandi domande dei bambini: come e cosa rispondere?

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Il mondo dei bambini è in continua evoluzione, alla ricerca di se stessi attraverso la conoscenza del mondo e delle cose che accadono.

Possiamo affermare con certezza che ogni bambino possieda dentro di sé la voglia innata di imparare, la curiosità di conoscere i propri limiti e affrontare il cambiamento.

Se lasciati liberi di esprimersi, i bambini pongono una miriade di domande che riguardano aspetti di vita, di perdita e di relazione.

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Domande quali: “come nascono i bambini?”, “dove si va quando si muore?”, “come vi siete innamorati?” sono molto importanti per il bambino, e non sempre il genitore sa come affrontarle.

Ogni domanda, infatti, tocca le corde della fragilità dell’adulto, della paura che non sia abbastanza grande, che la risposta possa farlo soffrire oppure deludere le sue aspettative.

Ma le richieste dei figli costringono il genitore ad entrare in contatto con la propria emotività, che se non accuratamente elaborata, potrebbe attivare la classica risposta di fuga: “te lo dirò quando sarai più grande”.

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Ed è questo tipo di risposta che lascia il bambino solo con se stesso, a trovare le proprie spiegazioni confrontandosi con i pari oppure cercandole su internet, quel luogo dove tutto è accessibile, ma non sempre adeguato ed esaustivo. Si contribuisce così a creare in lui molta confusione, alimentata da falsi miti e credenze che potrebbero addirittura intimorirlo.

E’ allora importante ricordare che quando un bambino inizia a interrogarsi sui temi importanti della vita significa che è pronto a conoscere ed approfondire l’argomento e ha bisogno di una risposta sincera, chiara e semplice.

Ma come rispondere ai quesiti del proprio figlio?

Innanzitutto, è importante considerare il momento giusto: se siamo di fretta, troppo nervosi o stanchi meglio rimandare la risposta ad un momento tranquillo di condivisione, con la promessa (assolutamente da mantenere) di riprendere il discorso in un secondo momento.

Se la domanda ci crea imbarazzo o non sappiamo come rispondere è meglio comunicare al bambino che la domanda che vi ha posto è molto importante e difficile, e che avreste bisogno di pensarci un po’ prima dirispondere.

Il luogo per affrontare certi discorsi dovrebbe essere il più accogliente possibile e se si ha a che fare con bambini timidi meglio evitare il contatto oculare diretto e piuttosto scegliere luci soffuse, magari seduti di fianco sul divano o sul letto nel momento prima della nanna.

E’ bene tener conto che un messaggio sincero dovrebbe essere al contempo rassicurante in modo da permettergli un’elaborazione del vissuto in maniera funzionale e diretta alla ricerca di possibili soluzioni.

Il linguaggio dovrebbe essere adattato all’età del bambino e tener conto del suo interesse, se ci dilunghiamo troppo e vediamo che il bambino si annoia significa che abbiamo esaurito la sua domanda.

Ogni bambino è diverso, ha una propria storia di vita e i propri tempi di sviluppo psico-fisico, ed è importante affrontare con la massima serietà le sue domande. Questo comunica implicitamente che ciò

che pensa è per noi importante e che siamo pronti ad accoglierlo e ascoltarlo in ogni momento, ponendo le basi verso una relazione di fiducia reciproca.

 

Il contributo per La Voce di Bolzano è della Dott.ssa Alice Panicciari, psicologa dell’età evolutiva, esperta in Psicologia Scolastica e Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

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