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Economia e Finanza

Licenziamenti bloccati? Si, in pratica no. Cosa prevede il Decreto Agosto

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Licenziamenti bloccati, era stato il proclama del governo “piddi5stelle” servito per trasmettere tranquillità sociale e ottenere riscontri positivi. Peccato che con il passare dei giorni sia arrivato il ‘Decreto Agosto’ ed i licenziamenti da bloccati siano diventati flessibili.

In altre parole un ennesimo gioco di prestigio fallito da parte di un governo che non smette di prendere in giro gli italiani. Lunedì scorso è scaduto il termine ultimo del divieto di recesso unilaterale del rapporto di lavoro.

Da martedì invece si parla di “proroga mobile” ovvero un’azienda potrà licenziare dopo aver esaurito le settimane di cassa integrazione possibili. Non potrà licenziare se si è fatto ricorso allo sgravio contributivo per i lavoratori che rientrano al lavoro. In concreto nulla potrà succedere fino a fine anno.

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Ma attenzione perché ci sono le eccezioni. I licenziamenti saranno possibili in caso di cessazione definitiva dell’attività e relativa messa in liquidazione.

L’impresa potrà licenziare se c’è un accordo collettivo aziendale di incentivo all’esodo che permette di concordare col singolo lavoratore la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

I lavoratori in uscita beneficeranno della Naspi. Infine licenziamenti possibili in caso di fallimento. Ma come spesso succede c’è lo spazio alle interpretazioni. Nel caso ad esempio del monte ore di cassa integrazione, il divieto di licenziamento non sarebbe applicabile nel caso di modifica strutturale dell’organizzazione dell’azienda.

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Sarebbe sufficiente chiudere un ufficio o un reparto con almeno quattro dipendenti.

Infine sempre da martedì, possono essere riprese anche le procedure di licenziamento collettivo avviate prima del 23 febbraio 2020, non riconducibili quindi alla causale Coronavirus.

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