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Luca Dolce catturato dopo anni di latitanza

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Il Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza della Polizia di Stato ha messo fine alla latitanza di Luca Dolce, un prominente anarchico di 37 anni, originario di Trieste. Dolce è stato arrestato vicino a Bordighera, in Liguria, ed è attualmente detenuto nella prigione di Imperia.

Dolce era ricercato dal 2021 ed è stato finalmente individuato grazie ad un’indagine complessa guidata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. L’operazione ha visto la collaborazione di un team composto da membri delle Digos di diverse città, tra cui Trento, Treviso, Trieste, Genova e Brescia. L’indagine è stata supervisionata dalla Procura Distrettuale di Trento, guidata da Sandro Raimondi.

Al momento dell’arresto, Dolce era in possesso di una carta d’identità falsa. Il suo passato penale è costellato da diversi arresti e condanne, e ha trascorso periodi di detenzione nelle carceri di Tolmezzo, Ferrara – dove è stato detenuto insieme ad Alfredo Cospito – e Modena.



Gli investigatori considerano Dolce un punto di riferimento tra gli anarchici del Triveneto e un importante collegamento con gruppi di opposizione e marxisti-leninisti, in parte a causa della sua produzione di documenti e articoli pubblicati sui media anarchici. Nonostante sia originario del Friuli, Dolce, noto anche come “Stecco”, ha passato molto tempo con il gruppo anarco-insurrezionalista trentino, nell’area di Rovereto, dove si è occupato di propaganda e logistica.

Le indagini rivelano inoltre che Dolce avrebbe giocato un ruolo di coordinamento a livello nazionale nella promozione di attività anticarcerarie, e avrebbe mantenuto corrispondenza con detenuti membri delle Brigate Rosse.

Nel 2021, Dolce è stato condannato a 2 anni e 4 mesi a seguito di scontri con le forze dell’ordine durante una manifestazione contro la Lega nel 2018. Lo stesso anno, l’autorità giudiziaria di Trento ha emesso una sentenza unificante che ha portato la pena di Dolce a 3 anni e 6 mesi. La sua condanna più recente risale al 17 marzo di quest’anno, quando la Corte d’Appello di Trento lo ha condannato, insieme ad altri 62 anarchici, a tre anni di reclusione per i reati commessi al Brennero il 7 maggio 2016 durante una manifestazione di protesta contro il muro anti-migranti proposto, ma mai realizzato, dal governo austriaco.

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