Arte e Cultura
Storia e tradizione del mito di San Nicolò

Ogni anno, ai primi di dicembre, si possono vedere in giro per i comuni e le valli dell’Alto Adige i Krampus accompagnati da San Nicolò; ma per quale motivo?
Con il tempo ormai le sfilate sono diventati una vera e propria usanza e fattore culturale che attrae grandi e piccini. Questa tradizione, che affonda le radici a più di 500 anni fa, arriva dalle zone più remote del nord Europa e vede come protagonista il vescovo San Nicola da Bari.
La leggenda vuole che durante i periodi di carestia alcuni ragazzini si mascheravano indossando vecchie pellicce rendendosi quasi irriconoscibili, e che con esse andavano a fare razzie di viveri nei villaggi vicini.
Ma un giorno si scoprì che nel gruppo di ragazzi si celava una figura demoniaca, che si inserì nel gruppo mimetizzandosi col suo volto diabolico; per contrastarlo fu chiamato il Vescovo San Nicolò, che esorcizzò la presenza demoniaca.
Ancora oggi, in ricordo di questa leggenda, nei paesi alpini si porta avanti questa tradizione. Prima i Krampus (demoni mezzi uomini e mezzi caproni) si aggirano per le strade “picchiando” simbolicamente con una frusta i bambini cattivi e poi interviene San Nicolò.
Il suo compito è quello di portare generalmente dolci e caramelle ai bambini, a patto che siano stati bravi nell’anno trascorso; viene sempre rappresentato con una folta barba bianca e vestito di rosso (da lui difatti fu presa ispirazione per la figura di Babbo Natale).
Molti invece ricollegano questa tradizione alle celebrazioni del solstizio invernale, ai grandi fuochi che venivano accesi nei villaggi per scacciare le presenze demoniche nel paese e per proteggere i suoi cittadini nell’imminente inverno.
Sebbene per molti questa ricorrenza ad oggi potrebbe sembrare quasi anacronistica, rappresenta soprattutto qui nell’Alto Adige un elemento culturale trascendente al mondo moderno e che sa regalare agli occhi dei più piccoli la speranza che il bene possa sempre sconfiggere il male.
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