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Food & Wine

Un marchio per proteggere i veri piccoli birrifici artigianali

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Piatto ricco mi ci ficco” dice la tradizione popolare, e deve essere quello che hanno pensato molte delle multinazionali della birra. Lo spazio occupato negli scaffali da marchi di birre artigianali, è artificiosamente gonfiato dalle grandi aziende che utilizzando stili di comunicazione, etichette, colori, ricette fintamente artigianali, per ritagliarsi un’altra grande fetta di mercato, a discapito dei veri micro-birrifici che della diversità, artigianalità e ricerca degli ingredienti, hanno fatto il loro punto di forza.

Per districare e smascherare chi lavora in modo corretto in questa fascia di bevande al malto, è in arrivo un marchio di riconoscimento, per distinguere i veri micro birrifici indipendenti, e proteggerli dalla recente invasione di finte birre “crafty”. E’ Unionbirrai a lanciare l’iniziativa. L’esempio viene dagli Stati Uniti e dall’Australia che da tempo hanno introdotto una politica di protezione dei produttori più piccoli, che svolgono un lavoro di grande interesse, sviluppano una importante cultura del bere bene, e creano molte occasioni e posti di lavoro.

Il marchio servirà per certificare solamente i birrifici realmente artigianali ed indipendenti. Presentato in occasione di EurHop, il Salone internazionale della birra artigianale che si è tenuto a Roma nei giorni scorsi da Unionbirrai, l’associazione di categoria dei birrifici indipendenti italiani.

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L’iniziativa,  arriva perché gli scaffali dei supermarket negli ultimi anni si sono riempiti di birre cosiddette ‘crafty’, prodotti industriali che cercano di emulare – nella veste, nella comunicazione e nelle ricette – le birre artigianali autentiche. Ecco perché – spiega Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai – oggi diventa indispensabile individuare un marchio di riconoscibilità che tuteli sia il settore produttivo artigianale, sia i consumatori“.

Indipendente e Artigianale” sarà la definizione a cui potranno aspirare i produttori che  dovranno rispettare i termini di legge: “La birra può definirsi artigianale solo se prodotta da birrifici indipendenti, sia dal punto di vista legale che economico, la cui produzione non superi i 200mila ettolitri l’anno. La birra, inoltre, non deve essere pastorizzata né microfiltrata“.

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Unionbirrai, si occuperà di rilasciare lo stesso marchio e di ritirarlo, dopo eventuali verifiche sulla non-conformità. Sarà uno strumento di orientamento e chiarezza per sapere se il prodotto che si vuole acquistare è davvero artigianale e realizzato rispettando tutti i parametri necessari. L’Italia è uno dei primi paesi ad utilizzare questo strumento in Europa, soltanto Gran Bretagna ed Irlanda hanno un marchio simile a protezione della loro tradizione birraria. Prosit.

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