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Benessere e Salute

Video rap di Sinigo: uno sguardo oltre i confini dell’emarginazione

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Il video dei ragazzi di Sinigo che, con pistola alla mano, raccontano in rima il loro disagio e inneggiano frasi contro lo Stato ha destato allarme e preoccupazione tra la popolazione locale.

Sono ragazzi minorenni, alcuni figli di immigrati, che vivono ai margini della società, cresciuti in ambienti violenti o poco supportivi.

Questi ragazzi non vedono futuro e vivono un sentimento di solitudine dettato dalla difficoltà a trovare una collocazione all’interno della società e hanno trovato una loro identità nel gruppo dei pari che vive la loro stessa condizione.



Un gruppo in cui si perde la dimensione individuale e si diventa parte di un tutto, che deresponsabilizza e pro-muove comportamenti delinquenziali e antisociali, che spinge a dimostrare il proprio valore oltre il confine del lecito.

Una protesta attuata da ragazzi che non credono nelle istituzioni e nelle figure adulte, e che non rispettano le regole sociali perché non si riconoscono in quella società che, ai loro occhi, non li ha saputi accogliere e comprendere.

La sfida e la provocazione diventano, così, le uniche armi per comunicare un senso di inadeguatezza e di ingiustizia percepita, le rime rappresentano un mezzo d’espressione della loro rabbia e di un’aggressività che riconosciamo appartenere tipicamente alle baby gang.

Il video ci obbliga, così, a dare uno sguardo a chi vive l’emarginazione sulla propria pelle e a chiederci quali misure la società può e deve adottare nei confronti di bambini e ragazzi che provengono da condizione socio- economiche disagiate.

Questi ragazzi andrebbero intercettati nelle scuole prevedendo il coinvolgimento degli Psicologi in progetti di prevenzione della devianza minorile, attraverso percorsi che mirano all’integrazione e all’accoglienza con l’utilizzo di tecniche specifiche come, ad esempio, la peer education.

La peer education (educazione tra pari) è un efficace strumento psico-educativo volto a potenziare le life skill e il pensiero critico degli adolescenti, attraverso il coinvolgimento diretto di ragazzi precedentemente formati (peer educators) e percepiti come simili al gruppo per età, condizione sociale, provenienza culturale, esperienze, etc…

I peer educators, permettono, così, il confronto tra pari aggirando eventuali sentimenti di sfiducia o scetticismo, che potrebbero derivare dal coinvolgimento di un adulto percepito come estraneo al gruppo.

In questo modo si lascia spazio al confronto tra le varie esperienze per accompagnare ad un processo di maturazione e consapevolezza, restituendo al ragazzo una rinnovata coscienza del proprio ruolo, delle conseguenze delle singole azioni e, favorendo l’attivazione di processi volti alla maturazione di consapevolezza della responsabilità nei confronti delle proprie scelte.

Questo video ci pone, quindi, di fronte ad un fenomeno come quello della devianza minorile, che non possiamo più ignorare, ma che con azioni preventive e sinergiche può essere prontamente arginato.

Il contributo per La Voce di Bolzano è della Dott.ssa Alice Panicciari, Psicologa dell’età evolutiva, esperta in Psicologia Scolastica e Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Svolge da anni consulenze alle famiglie, lavora come Psicologa Scolastica e svolge progetti d’intervento e formativi all’interno delle scuole.

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