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Alto Adige

Corte costituzionale boccia legge altoatesina sulla fase 2 della pandemia, sanzioni erano illegittime

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La Corte costituzionale ha ribaltato una legge provinciale dell’Alto Adige relativa alle misure di riavvio adottate durante la pandemia, dichiarandola incostituzionale. L’annuncio è stato dato dall’avvocato Luca Crisafulli di Bolzano.

“Il tempo è galantuomo”, ha dichiarato Crisafulli, facendo riferimento alla decisione della Corte. Quattro anni fa, il Consiglio provinciale di Bolzano aveva varato una normativa per anticipare le riaperture nella regione, rispetto al resto d’Italia. In seguito a questa legge, i negozi, parrucchieri, bar, ristoranti e musei in Alto Adige avevano riaperto i battenti prima che lo facessero in altre parti del paese.

Durante la seduta notturna che vide l’approvazione della legge il 8 maggio 2020, il governatore Arno Kompatscher aveva sottolineato le difficoltà incontrate da famiglie e imprese, riconoscendo che le settimane successive sarebbero state comunque impegnative. “La legge forse delude alcune aspettative, ma è stato giusto proseguire insieme su questa strada”, aveva affermato Kompatscher. Tuttavia, il governo centrale aveva contestato la legge provinciale, portando il caso di fronte alla Corte costituzionale.



Ora, con la sentenza numero 50/2024, la Corte ha stabilito l’incostituzionalità della legge nella parte in cui essa imponeva ai titolari di esercizi di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande l’obbligo di richiedere la certificazione verde prevista dalla normativa statale. Secondo la Corte, la Provincia di Bolzano non aveva l’autorità di emettere tale disposizione, poiché la “profilassi internazionale” rientra nelle competenze esclusive dello Stato.

Le sanzioni imposte all’epoca secondo Crisafulli erano dunque illegittime, e sostiene che qualcuno dovrà assumersene la responsabilità. L’avvocato ha espresso rammarico osservando che un esito del genere era ampiamente prevedibile.

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