Metti il crimine in quarantena: truffe adescamenti e impulsività violenta

Come ha colpito le attività umane lecite, la pandemia che stiamo attraversando ha lasciato il suo segno indelebile anche sulle attività illecite, sui reati.

In una recente pubblicazione il Ministero degli Interni ha confermato che con il contenimento degli spostamenti sono diminuiti i reati commessi sul territorio per i quali si registra un calo addirittura del 64,2% nel mese di marzo.

In particolare, la diminuzione più rilevante riguarda lo sfruttamento della prostituzione (-77%), le violenze sessuali (-69%), i furti in genere (-67,4%), i furti in abitazione (-72,5%), i furti con destrezza (-75,8%), le rapine in uffici postali (-73,7%).

La spiegazione va ricercata nelle importanti modificazioni comportamentali imposte dalle normative a tutela della salute pubblica. Normative che obbligano la gente in casa, lasciano crollare l’interazione sociale, impongono la serrata a tantissimi esercizi rendendo così assai arduo delinquere.

Solo le rapine in farmacie e supermercati, come anche i reati legati agli stupefacenti, non mostrano flessioni così ampie e questo per questioni di opportunità o per la presenza di fortissimi elementi di tipo motivazionale, psicologico e sociale.

Un discorso a parte meritano poi i reati di maltrattamento in famiglia che, pur evidenziando sulla carta un calo del 43,6%, destano allarme e preoccupazione tra gli addetti ai lavori. In questo genere di reati più che in altri un calo statistico delle denunce può infatti non essere collega alla presenza di condizioni di serenità e legalità più diffuse.

La convivenza forzata, la riduzione degli introiti economici familiari, l’inattività, la propensione al consumo di alcolici o sostanze come via di fuga dalla quotidianità, la fragilità emotiva fatta di ansie e paure che il virus porta con sé, rimangono infatti elementi in grado di appesantire il carico di stress psichico sulle persone, creando terreno fertile per liti, diverbi e problematiche che, qualora coinvolgano soggetti inclini alla violenza, possono prendere pieghe orribili.

Giova quindi ribadire come sussistano in merito precise direttive ministeriali tese a garantire alle vittime di maltrattamenti in famiglia anche durante questa gravissima emergenza sanitaria l’ospitalità nelle apposite strutture.

Sempre con riferimento alla tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione è importante citare il significativo aumento che la Polizia Postale ha registrato in tempo di pandemia relativamente ai reati di adescamento minori per via telematica.

L’utilizzo massiccio delle tecnologie telematiche proprio di questo lungo periodo di isolamento sociale, l’ingannevole sensazione di protezione che l’assenza di vicinanza fisica può dare, l’attitudine dei più giovani a pubblicare in rete larga parte della loro vita privata, la ricerca di una fisicità sempre più spinta e glamour, la noia e la voglia di sensazioni forti, stanno facendo esplodere in soggetti che presentano determinate inclinazioni una corsa alla virtualizzazione dei territori di caccia alle piccole vittime.

Tramite l’utilizzo più o meno cosciente e mirato di tecniche di ingegneria sociale e facendo presa principalmente su caratteristiche e fragilità psicologiche delle vittime, soprattutto ragazze tra i 12 e i 18 anni, pedofili e child molester puntano ad assicurarsene l’amicizia passando poi alla richiesta di foto o video intimi per progettare, in molti casi, un futuro incontro faccia a faccia.

Rimane importante in queste circostanze ricordare come, anche qualora non vi sia stato un abuso fisico, il prolungato coinvolgimento di minori in dinamiche di sessualizzazione impropria, con tutto il loro carico di segretezza, colpa, manipolatività e minaccia, può risultare oltremodo deleterio per il sereno sviluppo psichico di un minore, andando a costituirsi quale vero e proprio danno psichico.

Esiste infine un’ ulteriore tipologia particolarmente abbietta di reati che fa leva sull’aumentata fragilità psicologica delle persone: quella delle truffe e delle circonvenzioni on line.

Questi reati trovano rinnovato vigore e diffusione sfruttando alcuni meccanismi psichici che si attivano in situazioni di pericolo ed emergenza e che ci vedono più propensi ad aderire a richieste che percepiamo giungerci da fonti asseritamente autorevoli, o che fanno leva su sentimenti positivi di compassione, solidarietà e aiuto o che, con la scusa dello stato d’emergenza, spingono a non considerare nel dettaglio quanto viene richiesto e ad agire immediatamente anche in maniera approssimata ed impulsiva.

Attenzione quindi a mail che giungono da banche o istituti di credito. Prudenza con le comunicazioni che richiedono aiuti o versamenti a fantomatiche fondazioni benefiche.

Cautela nel download di documenti che sedicenti istituzioni autorevoli vi fanno cortesemente pervenire e che invece possono rivelarsi programmi atti a prendere il controllo del vostro computer e dei vostri dati più sensibili.

Il contributo per La Voce di Bolzano è del dottor Michele Piccolin, psicologo, perfezionato in psicologia e neuropsicologia forense e consigliere Ordine degli Psicologi della Provincia di Bolzano.