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Società

Giornata per i diritti dell’infanzia, Ladstaetter: “Prendere sul serio le preoccupazioni dei bambini”

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Si celebra il 20 novembre la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

In questa occasione, la Garante Paula Maria Ladstätter ha invitato genitori e responsabili dell’educazione a passare più tempo con bambini e bambine e a prendere sul serio le loro preoccupazioni e i loro problemi, e a non tentare di risolverli col denaro o la violenza psichica o fisica.

Sempre più spesso l’Ufficio della Garante per l’infanzia e l’adolescenza in Provincia di Bolzano entra in contatto con giovani allontanati dalle proprie famiglie e accolti in istituti esterni e offre mediazione.

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In caso di bisogno, accompagna bambini e giovani, in collaborazione con gli uffici e le autorità competenti, in comunità residenziali esterne.

Anche l’Onu in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia, che si celebra domani, ha rimesso al centro dell’attenzione i diritti dei bambini.

Diritti non negoziabili verso i quali deve andare l’impegno dei governi, e proprio in questo senso è indirizzata la campagna di sensibilizzazione per il 2018.

A questo proposito Unicef ha lanciato una petizione le cui firme saranno inviate ai potenti del mondo il 20 novembre 2019, data del trentesimo anniversario della Convenzione dei diritti dell’Infanzia, affinché i diritti dei bambini vengano rispettati.

La campagna per quest’anno prevede invece una serie di iniziative all’insegna di “coloriamo il mondo di blu“.

Tra le azioni suggerite da Unicef c’è quella di indossare un indumento di colore blu e di utilizzare al meglio lo strumento dei social per dare visibilità a questo anniversario.

Altro obiettivo importante è quello della prevenzione della violenza a scuola.

Ci sono ancora troppi bambini e ragazzi nel mondo che hanno paura di andare a scuola perché è lì che si consumano atti di bullismo, di molestie o punizioni corporali.

Questo tipo di violenza non è inevitabile, dunque l’Unicef invita tutti a fare il possibile perché la scuola non sia più vissuta come un luogo pericoloso.

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