Il nuovo libro del meranese Andrea Rossi

Andrea Rossi, meranese, Andrea Rossi, cremonese, Andrea Rossi già vicesindaco di Merano, scrittore, insegnante, organizzatore, ne ha combinata una nuova.

Lo si dovrebbe dire per un bimbo, non per un signore come lui, ma per un artista, si può. Perché ha inventato un qualcosa di nuovo, col suo ultimo lavoro, un qualcosa che non c’era e che punta sulla qualità e sull’originalità riuscendo col suo nuovo libro, “Ciottoli”, in un connubio tra poesia e prosa per la cui definizione è necessario trovare un neologismo, che chiameremo “proesia”.

A detta dello stesso autore, “Ciottoli” nasce come un piccolo esperimento narrativo, con la ricerca di una originalità che, oltre ai contenuti, arrivasse in qualche modo anche alla forma della narrazione e alla grafica del libro.

Sono 99 racconti brevi, ricchi di quel pathos che solo la poesia riesce a provocare, ma scritti in prosa. Anche la scelta del titolo, graficamente “affogato” nel testo, invita a saltare, nel corso della lettura come in un percorso di orientamento nell’animo.

“Si tratta – ci racconta Andrea Rossi – di materiali accumulati nel tempo. Note, qualche riga, appunti che o sono stati poi utilizzati in racconti e romanzi o, invece, sono rimasti abbandonati, inutilizzati. Anche per anni. Ma siccome – aggiunge ironicamente l’autore – della scrittura si può dire ciò che si dice del maiale (non si butta via niente), essi sono rimasti disordinatamente accumulati in qualche file del mio computer fino all’anno scorso”.

Da lì è iniziato il lavoro che fa l’acqua con i sassi, smussa, sposta, crea collegamenti, come per le tessere di un mosaico, come le foto in un album di ricordi. La raccolta comprende 99 di questi mini racconti, assemblati tra loro attraverso un lavoro di progressiva scalfittura.

Incasellati lungo alcune tracce tematiche e sottopercorsi non dichiarati, ma intuibili e con un lieve filo conduttore: la condizione umana fermata in un attimo, abbagliata dentro la luce di un flash. Osservata con estrema curiosità, descritta con una certa maniacale attenzione al particolare, ma senza giudizio.

Un racconto per pagina, intercalata, di tanto in tanto da una immagine artistica della fotografa siciliana Miriam Larosa, con la centesima che, a sorpresa, contiene un invito per il lettore: “il centesimo ciottolo, scrivilo tu”. Ma per fare “proesia” ci vuol arte.