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Politica

Italexit con Paragone: “Una moneta complementare anche in Alto Adige contro gli effetti collaterali di UE ed Eurozona”

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In tempo di crisi, le famiglie tendono a risparmiare poiché hanno paura di perdere il lavoro e, pertanto, reddito. Le imprese, che si trovano nelle condizioni di poterlo fare, mettono da parte liquidità. Gli istituti di credito esitano a concedere prestiti.

Per contrastare questa paralisi economica causata dall’Ue e dall’Eurozona, “Italexit con Paragone” propone l’adozione in Alto Adige di un’unità di conto, di fiducia, da affiancare all’euro, attraverso la creazione di un circuito complementare.

“Non si tratta di una proposta irrealizzabile – dice Franco Mosler – . Ad esempio, in Sardegna, Piemonte, Toscana e Liguria circola, da anni, la moneta “Sardex”, in Umbria la “Umbrex”, in Val d’Aosta la “Valdex”. Un volume di scambi che, nel 2020, in ben 15 regioni italiane, ha raggiunto un valore di circa 140 milioni.

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L’utilizzo di una moneta virtuale locale consentirebbe alle imprese:

a) il mantenimento delle loro attività, senza alcun soffocamento per via della mancanza di liquidità;

b) di sostenere i propri dipendenti;

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c) un solido marketing territoriale;

Alle famiglie:

a) il facile accesso a prestiti con tassi di interesse nulli, limitando l’indebitamento;

b) l’utilizzo della moneta per il pagamento di beni e servizi.

Ad esempio, si potrebbe convertire una parte dello stipendio, pagare una cena al ristorante, un corso di tedesco. Ogni operazione verrebbe tracciata, con le tasse relative che verrebbero pagate in euro. Gli iscritti al circuito sarebbero incentivati a spendere, facendo girare l’economia all’interno del circuito.

Un modo per ancorare parte della ricchezza scambiata tra le aziende e le famiglie, per far crescere il PIL locale, per tutelare le piccole realtà dalle grandi piattaforme e-commerce. Uno strumento per rilanciare la nostra economia, riannodando il tessuto sociale, con il coinvolgimento delle due Province e di tutte le parti sociali”.

 

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