Politica
Merano, i secessionisti liquidano foibe e Cossetto come propaganda fascista. Urzì: “La Provincia censuri”
![](https://www.lavocedibolzano.it/wp-content/uploads/2021/02/Red-Land.jpg)
“E’ una vera ossessione antitaliana quella che anche questa volta ha spinto i secessionisti di Suedtiroler Freiheit alla più estrema delle violenze, quella del negazionismo verso le foibe e la tragedia di Norma Cossetto, la ventitrenne studentessa di Visinada, presso Pola, trucidata dopo inenarrabili violenze nel cuore dell’Istria infiammata dal dramma della pulizia etnica innescata dai partigiani comunisti dopo la firma dell’Armistizio da parte dell’Italia.
Un dramma liquidato sbrigativamente come propaganda fascista.
L’occasione dell’invettiva, a firma di Christoph Mitterhofer, riferimento meranese del partito che in Consiglio guida la pattuglia secessionista, è venuta dal film “Red Land – Rosso Istria” offerto in streaming gratuito dal Comune di Merano (commissariato) in occasione del Giorno del Ricordo“.
Queste le parole di Alessandro Urzì, Consigliere regionale e provinciale e Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia (lo stesso partito che i revanscisti sudtirolesi hanno etichettato definendolo, nella nota, neofascista).
“Facciamo un passo indietro – sottolinea Urzì – . Red Land – Rosso Istria, opera del regista Maximiliano Hernando Bruno, narra il martirio dell’istriana Norma Cossetto, uccisa dai partigiani comunisti nell’ottobre 1943, sullo sfondo della pulizia etnica seguita alla firma dell’armistizio da parte dell’Italia.
Il film è stato presentato ufficialmente durante la 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, successivamente proiettato al Senato della Repubblica italiana e trasmesso in occasione del Giorno del ricordo l’8 febbraio 2019 su Rai Tre oltre che nelle sale cinematografiche italiane, ovviamente senza subire alcuna censura.
Un ‘film duro ma necessario’, come evidenziato dallo stesso autore, in cui tra l’altro viene evidenziato come le donne siano sempre il bersaglio più facile della violenza, come preda di guerra, come madri, figlie, sorelle, spesso testimoni impotenti quando non vittime dirette degli orrori cui spinge il sonno della ragione.
Negazionista l’approccio di Suedtiroler Freiheit. Il film è ‘discutibile e valutato da molti critici come un film di propaganda fascista. Così scrive Christoph Mitterhofer dell’STF Merano chiedendo di ‘sapere chi siano i responsabili della proiezione del film e di quella che definisce una campagna fuori luogo”.
Parole orribili all’indomani della giornata del ricordo, che offendono anche la forte impronta istituzionale data dal Capo dello Stato alle celebrazioni in questa data. “Nel suo delirio fra le cause di censura Mitterhofer inserisce anche quella per cui il film è stato persino approvato dal partito neofascista Fratelli d’Italia, continua Urzì.
“O qualcuno ha ingenuamente scelto un film senza sapere di cosa si trattasse, o il governo della città ha recentemente iniziato a sostenere la propaganda neofascista“, continua Mitterhofer chiedendo le scuse dell’amministrazione commissariale che ha poi rimosso il link visibile sino all’8 febbraio.
“Cosa sulla quale chiederemo chiarezza per sapere se ciò dipenda dalle intimidazioni dei secessionisti. Ho presentato in Consiglio regionale e provinciale una richiesta ad esprimere con una chiara presa di posizione la più ferma censura, senza ambiguità, riguardo le espressioni usate da Suedtiroler Freiheit.
Va ricordato che nessun esponente nemmeno della Volkspartei, il partito dell’autonomia integrale e di governo locale, ha partecipato alle recenti commemorazioni istituzionali per la giornata del ricordo“, conclude Urzì.
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