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Economia e Finanza

Nuove regole europee per conducenti dei tir: obbligatori turni di riposo o l’azienda paga l’hotel

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Nonostante la forte opposizione, soprattutto da parte dei paesi dell’Est Europa, oggi il Parlamento europeo ha finalmente approvato un’importante riforma nel settore del trasporto su strada, per migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti ed eliminare la distorsione della concorrenza.

Tra le novità: i conducenti dei tir non potranno più trascorrere i tempi di riposo previsti dalla legge sul loro veicolo, i percorsi di viaggio dovranno consentirgli di ritornare a casa con regolarità e, per i soggiorni all’estero di lunga durata, i conducenti saranno soggetti alle disposizioni di diritto sociale del paese in cui si trovano. Inoltre, il tachigrafo digitale diventerà obbligatorio.

L’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann si dice soddisfatto di questa riforma, che punta a eliminare le distorsioni della concorrenza nel settore e a migliorare così le condizioni di lavoro e di riposo dei conducenti.



L’adozione della legge non è stata semplice: Germania, Francia e i paesi del Benelux chiedevano linee guida rigide per limitare la concorrenza delle società di spedizioni dell’Europa orientale.

Di tutta risposta, gli stati membri dell’Est hanno accusato i loro vicini occidentali di protezionismo, al punto che, in aprile, alcuni di loro hanno tentato, senza successo, di rovesciare la riforma utilizzando come giustificazione la crisi sanitaria.

Il voto di oggi in Parlamento regola, sotto vari aspetti, il fenomeno del cabotaggio, ovvero l’attività di una società di trasporti straniera che effettua la totalità della sua attività di consegna in un altro paese.

In futuro gli autisti dei camion dovrebbero poter trascorrere più tempo a casa. – spiega Dorfmann – Nell’organizzare i loro piani di lavoro, le società di spedizione devono garantire ai conducenti che trasportano merci in Europa la possibilità di tornare a casa a intervalli regolari, idealmente ogni tre o quattro settimane.

Inoltre, il periodo di riposto settimanale garantito dalla legge non può più essere trascorso nella cabina del camion. Se i conducenti non sono nella condizione di tornare a casa per dormire, le aziende devono pagare per il soggiorno in hotel”.

Resta in vigore la regola attuale, in base alla quale ogni due settimane può essere preso un periodo di riposo settimanale ridotto.

Al fine di garantire il rispetto della nuova normativa, i viaggi transfrontalieri verranno registrati mediante un tachigrafo. In questo modo il cabotaggio, che è consentito solo temporaneamente, non potrà essere applicato in maniera sistematica: un veicolo straniero dovrà attendere quattro giorni prima di effettuare una seconda consegna nel paese in cui si trova. In aggiunta, i camion dovranno ritornare al centro operativo dell’azienda ogni otto settimane.

La nuova normativa europea include anche i veicoli commerciali leggeri sopra le 2,5 tonnellate e, in questo modo, impedisce la distorsione della concorrenza tradizionalmente causata dai piccoli mezzi dell’Est, perché li assoggetta alle norme generali del trasporto su strada.

In altre parole, le stesse condizioni si applicheranno a tutti, indipendentemente dal fatto che le merci siano trasportate in un camion o in un piccolo furgone.

È giusto che questi furgoni debbano ora rispettare le stesse regole valide per i camion di grandi dimensioni, come, ad esempio, il rispetto dei tempi di guida e di riposo, l’utilizzo di un tachimetro digitale e il divieto per i conducenti di trascorrere il loro regolare riposo settimanale nel veicolo”, sostiene Dormann.

Tuttavia, le nuove regole non si applicano ai piccoli camion di artigiani che vengono utilizzati per trasportare materiali, attrezzature o macchine entro un raggio di cento chilometri dalla sede dell’azienda.

Le nuove norme entreranno in vigore dopo alcune settimane dalla loro pubblicazione sulla gazzetta ufficiale dell’Ue. Per le direttive sul cabotaggio, ci sarà un periodo di transizione di diciotto mesi.

Sotto, l’europarlamentare in quota alla Svp, Herbert Dorfmann

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