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Poliziotti bilingui, Vetrò (FdI): “Si richieda la permanenza prolungata in Provincia per il servizio alla comunità”

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Si è recentemente discusso in Commissione dei Sei, circa le norme anti-furbetti per i concorsi pubblici, pertanto sentiamo il dovere di porre nuovamente l’attenzione su un’ambiguità normativa – dice Fabio Vetrò, Responsabile Dipartimento Regionale Fratelli d’Italia per i Rapporti con le Forze dell’Ordine – .  Abbiamo appreso con opportuno entusiasmo il bando per l’arruolamento dei nuovi Agenti di Polizia del 16 luglio scorso che prevede ben dodici posti per i  possessori del patentino di bilinguismo ma, non possiamo non segnalare un’incoerenza normativa che consente a chi  partecipi per detti posti riservati – con maggiori possibilità quindi di essere arruolato – di essere trasferito a domanda in altra sede, anche fuori regione, dopo appena due anni o addirittura uno solo, se si presta servizio in zone disagiate.

Ricordiamo che  il possesso di tale titolo consente di concorrere tra un numero esiguo di candidati, talvolta neanche sufficienti a coprire i posti a disposizione. Pertanto, crediamo che, chi benefici di questa ‘scorciatoia’, debba permanere in questa provincia per un periodo prolungato, in altre parole più lungo rispetto a quanto attualmente previsto per essere trasferiti a domanda. Giusto promuovere la meritocrazia e quindi premiare le competenze linguistiche ma, solo se queste peculiarità sono realmente poste al servizio della nostra comunità ovvero, garantite e legate a questa provincia per un periodo importante,  giustificando così, anche il vantaggio che il requisito del bilinguismo conferisce ai candidati durante la selezione concorsuale.  

Della questione è stata interessata anche la rappresentanza parlamentare di Fratelli d’Italia ma chiediamo alle locali istituzioni competenti, di voler attuare ogni iniziativa utile affinché il patentino di bilinguismo non sia prevalentemente uno strumento per ‘saltare la fila’ bensì rappresenti la garanzia della presenza stabile di un contingente adatto alla nostra pluralità linguistica“.

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