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Scaldacollo contro il Coronavirus: il MoVimento 5 Stelle presenta l’esposto

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Alla conferenza stampa del 19 marzo il presidente della Provincia Arno Kompatscher, l’Assessore provinciale Thomas Widmann e il Dottor Marc Kaufmann del Coordinamento Medico Provinciale Coronavirus si sono presentati indossando uno scaldacollo al posto della mascherina.

A posteriori si può pensare che potesse trattarsi di un’azione di marketing, ad agevolare un’operazione dai tratti incerti. Il giorno seguente, il 20 marzo, si annunciava che per contrastare la diffusione del coronavirus sarebbero stati distribuiti gratuitamente migliaia di scaldacollo in tutta la Provincia, attraverso le rivendite di giornali, edicole e tabaccherie.

Così interveniva l’Assessore Widmann sul sito della Provincia Autonoma di Bolzano: “Siamo consapevoli che ci sono determinate situazioni in cui è necessario uscire di casa, come ad esempio per acquistare generi alimentari o medicine. Ecco, in questi casi, quando ci si reca in ambienti chiusi, raccomando vivamente alla cittadinanza di coprirsi la bocca e il naso con una sciarpa o uno scaldacollo”.



All’indomani quindi la cittadinanza, pur di accaparrarsi lo scaldacollo gratuito, è uscita di casa formando vistose code presso i rivenditori di giornali e tabacchi.

La ditta produttrice degli scaldacollo è stata identificata come la TEXmarket, dei fratelli Heinrich and Christoph Widmann, che sono legati da un rapporto di parentela all’omonimo Assessore alla Sanità Thomas Widmann.

Si legge inoltre che per la produzione e consegna di 300.000 scaldacollo, semplici indumenti tessili e non presidi sanitari, sarebbero stati spesi dalla Provincia centinaia di migliaia di euro.

Così il consigliere provinciale M5S Diego Nicolini: “L’inutilità di questa iniziativa, segnalata anche da diversi medici, ha creato ulteriore confusione alla cittadinanza ed è da condannare. Ma oltre a questo è necessario verificare i dettagli di questa spesa di denaro pubblico.

Anche il rapporto di parentela tra l’Assessore competente e l’operatore economico incaricato e l’assegnazione in deroga sono sicuramente fonte di interrogativi. La mia speranza è che non si tratti di illecito”.

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