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Terroristi latitanti in Austria, FdI: “Chiudere quella stagione? Sì. Con la loro estradizione”

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Certo, si chiuda per sempre la stagione del terrorismo e dello stragismo secessionista ma solo con la riconsegna da parte delle autorità austriache e tedesche dei criminali riparati in quei paesi e resisi da allora latitanti per sfuggire alla Giustizia italiana. Altro che clemenza e un frainteso senso di riappacificazione“.

Queste le parole di Alessandro Urzì, consigliere regionale e provinciale di Fratelli d’Italia. FdI, già l’indomani della notizia dell’arresto in Francia dei brigatisti rossi che avevano trovato rifugio Oltralpe, aveva avanzato la richiesta attraverso il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida al Governo Draghi per richiedere l’estradizione dei terroristi secessionisti e antitaliani che alla pari dei brigatisti avevano innescato una stagione sovversiva contro l’ordine costituito dello Stato in Alto Adige, con vittime, lutti e distruzione.

Perché ora si dovrebbero considerare quei criminali che operarono in provincia di Bolzano diversi rispetto ai brigatisti riparati in Francia o Cesare Battisti in Brasile (e poi estradato) – sottolinea – . Tutti i terroristi scontino la propria pena; in Alto Adige a partire dal 20 settembre 1956 e fino al 30 ottobre 1988 si sono registrati 361 attentati con dinamite, mitra, mine antiuomo, che in totale hanno causato ventuno morti, quindici dei quali appartenenti alle forze dell’ordine, oltre a due privati cittadini e quattro terroristi, deceduti per lo scoppio prematuro delle cariche che stavano predisponendo, e 57 feriti: 24 membri delle forze dell’ordine e 33 civili; per i numerosi episodi  di terrorismo, la giustizia italiana ha condannato complessivamente 157 persone: 103 italiani di lingua tedesca, 40 cittadini austriaci e 14 cittadini della ex Repubblica federale tedesca, ossia la Germania occidentale.



Molti dei terroristi responsabili dei più efferati episodi di violenza verificatesi in Alto Adige e che hanno portato alla  morte carabinieri, finanzieri, uomini in divisa e civili nella drammatica stagione del terrorismo separatista, non hanno mai scontato un solo giorno di carcere e da lunghissimo tempo risiedono in Austria e in Germania, Stati che hanno sempre rifiutato la loro estradizione. Nessuno di loro ha mai provato, se non per convenienza, come per richiedere la Grazia, pentimento per le azioni violente compiute. Anzi spesso dall’estero hanno continuato ad alimentare le cellule più radicali, anche in Italia“.

La stagione altoatesina delle bombe può chiudersi nella sola maniera ammessa da uno Stato di diritto: con l’espiazione della pena da parte dei responsabili, non ci può essere indulgenza nei confronti di chi ha versato sangue innocente“, conclude.

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