Politica
Violenza corso Libertà, Stagni: “Giovani figli di famiglie che non si integrano. Ripensare lo Ius Soli”
“Il maldestro tentativo di Ab Chniouli (apparso su un giornale locale oggi) di giustificare gli atti di violenza verso le forze dell’ordine in Piazza della Vittoria lascia intendere tutti i dubbi in merito alla necessità di introdurre provvedimenti come lo Ius soli e le contraddizioni sono evidenti anche a Bolzano. Attribuire alla mancanza della cittadinanza, la rabbia latente sfogata nella violenza è emblematico rispetto alla volontà delle famiglie straniere di integrarsi nella regione in cui vivono e spaventa che questo venga detto da un rappresentante delle istituzioni“.
Queste le parole del consigliere di circoscrizione a Oltrisarco per Fratelli d’Italia, Stefano Stagni, che in un comunicato pubblico sottolinea:
“Il vittimismo non può e non deve essere la via per la convivenza delle persone con origini diverse. Se nelle famiglie straniere i padri lavorano tutto il giorno mentre le madri restano a casa e non imparano la lingua che permette loro di interagire, se le madri non imparano e non insegnano ai loro figli la cultura del luogo in cui vivono sono loro stesse a non volersi integrare. Nelle famiglie italiane sono spesso entrambi i genitori a lavorare dedicando ai loro figli poco tempo, ma non per questo insegnano loro la violenza o la disparità di genere che la famiglia patriarcale e maschilista descritta dallo stesso Cniouli nel tentativo di spiegare gli atti di violenza e vandalismo.
Le madri che non si dedicano ad imparare lingua e cultura diverse da insegnare ai loro figli sono, casomai, la causa di queste esplosioni violente e imputare la colpa esclusivamente alla provenienza straniera e alla cittadinanza è sbagliato oltre che ingrato rispetto alla terra che ha accolto i loro genitori e in modo del tutto naturale anche loro“.
“Se a casa, come dice Chniouli, vieni cresciuto con un certo tipo di usi, costumi, tradizioni e religione che sono diverse da quelle che trovi fuori e che spesso sono contrari alle leggi italiane, è spiegato ben presto che non c’è vera volontà di integrazione, e la conclusione logica è che la cittadinanza non va regalata ma va meritata una volta imparato a comportarsi nella società civile in cui si vorrebbe vivere, in quella società dove le donne sono equiparate agli uomini, dove la religione e la cultura non devono incitare all’odio ed alle violenze. Come si può pretendere di essere accettati in una società alla quale si chiede di appartenere non adeguandosi agli usi e costumi, ma bussando alla porta con sassi bottiglie e violenze?“, conclude.
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