Politica
Boccia, un viaggio inutile? Kompatscher ed Svp: “Avanti come prima”
![](https://www.lavocedibolzano.it/wp-content/uploads/2020/05/Boccia-Fase-2-intervista-630x395-1.jpg)
Il NO di Boccia alle riaperture anticipate previste dal ddl provinciale è acqua fresca: già qualche minuto dopo la sua ripartenza da Bolzano, dopo la visita istituzionale di ieri (4 maggio), la Svp e il governatore Kompatscher in dichiarazioni separate, annunciano il proseguimento dei lavori per l’approvazione definitiva da parte del Consiglio della legge provinciale sulla fase 2.
“Non cambia nulla, avanti con i lavori“, si legge in un post pubblicato dalla Volkspartei sul social (Confronto Boccia-Kompatscher su fase 2, Svp: “Dopo l’incontro non cambia nulla”).
Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie aveva ribadito anche ieri la necessità di un atteggiamento prudente, che tenesse conto della data del 18 maggio quale punto di partenza per la concertazione a livello nazionale delle dinamiche differenziate che potranno portare ogni singolo territorio alla sua fase 2 personalizzata.
Una valutazione che porterà a definire in maniera più precisa le modalità della ripartenza in base alle differenziazioni territoriali e alle peculiarità della situazione sanitaria in ogni regione (Fase 2, Boccia richiama all’ordine: il ministro ripropone la linea del governo).
Si legge nella dichiarazione diffusa da governatore tramite il suo profilo social: “Durante l’incontro con il Ministro Francesco Boccia, tenutosi oggi a Bolzano, abbiamo affrontato il tema della gestione autonoma della fase 2. Ho illustrato al Ministro il disegno di legge provinciale in merito. Il Ministro non è favorevole a iniziative regionali che anticipino la ripartenza a prima del 18 maggio. Ha preso tuttavia atto che l’Alto Adige seguirà la via della propria legge provinciale. Il Ministro ha dimostrato grande disponibilità sui temi a carattere finanziario, nonché verso gli spostamenti in ambito Euregio e la tematica dei lavoratori stagionali per l’agricoltura“.
Un viaggio inutile, in definitiva, quello di Boccia. Ci si chiede ora se Roma deciderà di utilizzare i suoi 60 giorni di tempo per impugnare la decisione della Svp di proseguire con i lavori che porteranno all’approvazione della legge provinciale con riaperture dei primi esercizi commerciali già l’8 maggio e bar, ristoranti e servizi alla persona dall’11. Alberghi e strutture ricettive il 25 maggio (Conte dice no, Kompatscher dice sì: approvato il ddl per la fase 2 in Alto Adige). Si ripart,e ma mancano ancora le linee guida concordate con l’Inail per i diversi settori.
Da una parte si avverte la brezza dello scontro istituzionale, dall’altra ci sono altrettante ragioni per pensare che la reazione del governo potrebbe essere nulla.
Del resto lo stesso Boccia, pur avendo cassato in modo netto l’idea del ddl locale, come anche lo stesso premier Conte, non ha fatto menzione alcuna (almeno sul posto) di un probabile ricorso al Tar o alla Corte costituzionale, contrariamente a quanto affermato lo scorso 30 aprile nel corso della videoconferenza sull’emergenza tenutasi tra Stato e regioni (Fase2, per Boccia sarà diffida sulle ordinanze autonome. Kompatscher: “Avanti con il ddl” – Fase 2, Conte: “Nessuna iniziativa locale consentita. Sicurezza prima del consenso”).
“La provincia di Bolzano è in una condizione che oggi si può definire di controllo e sicurezza, ma è a rischio come tutte le altre regioni italiane”, ha detto Boccia e pur avendo ribadito che solo dal 18 maggio le Regioni potranno prendere delle decisioni sulla base dei monitoraggi effettuati a livello territoriale, è stato comunicato che ‘riguardo al disegno di legge della Giunta il confronto a livello tecnico è tuttora in corso e il ministero esprimerà le proprie valutazioni quando ci sarà il testo finale’.
Sarebbe stato dunque il caso di risparmiare agli altoatesini e al resto degli italiani lo spreco di denaro pubblico per questo confronto, soprattutto nell’era che anche per l’Italia segna gli albori di una crisi economica post pandemia senza precedenti.
Avanti con il ddl dunque. Per arrivare alla conclusione di uno ‘statement’ di così alto livello istituzionale, in definitiva bastava una telefonata.
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