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Mamma&Donna

Coronavirus, la lettera d’amore di una mamma in prima linea

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In questo periodo dove regna un clima denso di paura e tensione, dove tutti tendono a chiudersi in una realtà che non ci appartiene, c’è chi, impegnato in prima linea a combattere l’emergenza sanitaria da Coronavirus, vive con sofferenza le distanze di sicurezza necessarie con i propri familiari.

Si tende a credere che la forza si possa dimostrare solo attraverso la chiusura dei propri sentimenti, ma il lato umano ha sempre la meglio e la corazza che ci si è costruiti, prima o dopo si rompe e lo tsunami di emozioni in essa racchiuse, si diffonde nel mondo con un’energia pazzesca.

Alessandra,  OSS (Operatore Socio Sanitario) in un Ospedale di Milano e responsabile dell’Associazione “Il Bruko” dove fa clown terapia per bambini, anziani e disabili, fa crollare il suo muro attraverso un post su Facebook: una dolcissima lettera d’amore dedicata alla sua bambina, dalla quale ha dovuto prendere le distanze e le dovute precauzioni,  per proteggerla.

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Ecco qui il suo grido di amore

Cara figlia mia…

Ti scrivo questa lettera dalla mia stanza di isolamento, mentre tu sei di là in cucina a giocare. Siamo lontane da giorni ormai, perché la tua mamma lavorando in ospedale è costantemente a rischio di contagiare te, il tuo papà e i nonni, che anche loro, poveretti, stanno subendo impotenti l’effetto incontrollabile di questo virus maledetto.

Non è questa la sede più opportuna per parlare di colpe e responsabilità, quel che è fatto è fatto. Ma tu e tutti i bimbi come te, in questi giorni, sentite su voi stessi il peso di una normalità stravolta, in cui non ci si può più stringere, abbracciare, stare vicini come prima. Niente scuola, niente palestra, niente piscina, niente parco, niente amici, niente!

È un sacrificio immane sentirti ridere e giocare, senza poterne fare parte; è un dolore incredibile sentirti urlare e piangere perché mi chiami e io non posso esserci, se non da lontano.

Ho la voce rotta dal pianto quando mi dici: “mammaaaaa… posso dirti una cosaaaa? ti voglio beneeeee!” E io ti rispondo urlando: “anche io, amore mioooooo… Tantissimo!” E mi chiedo quanto ancora questo incubo dovrà durare.
Una cosa è certa, te la garantisco.

Quando tutto questo sarà finito (sperando non ci vogliano secoli a causa della scelleratezza altrui) ti abbraccerò così forte da toglierti il fiato.
E ti porterò al mare.

Magari riusciremo anche a festeggiare il compleanno del nostro amato papy, che in questi giorni sta facendo i salti mortali x accontentare tutti. Sai… quest’anno x lui sono 50!!! Ed io voglio che abbia una festa galattica! Se la merita. E noi meritiamo di tornare ad essere una famiglia.

Questo doveva essere l’anno della rinascita… papà con un nuovo bellissimo progetto di lavoro (che appoggerò, perché credo in lui e so che può fare grandi cose), noi in una nuova casa e chissà, magari anche con una fratellina (come dici tu) che porti altra gioia nelle nostre vite.
Questo doveva essere. E sarà. In un modo o in un altro, sarà.

Ti amo di bene. La tua mamma 

Grazie Alessandra. Grazie per le tue dolci parole. Grazie perchè hai dato voce a tante mamme e papà che come te vivono in trincea da giorni senza poter abbracciare i propri figli.

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