Alto Adige
Coronavirus, sottoposti a test 18.500 lavoratori del settore turistico
Nell’arco di tre settimane sono stati effettuati poco meno di 18.500 test, è questo il bilancio della prima serie di test effettuati nell’ambito dell’iniziativa “Test in Alto Adige” che si è appena conclusa nelle strutture turistiche altoatesine.
Il sistema di test rapidi riguardo agli anticorpi del Sars-CoV-2 è stato pensato per tutti i proprietari, i loro familiari e i dipendenti delle strutture ricettive e di ristorazione, e per aumentare il livello di sicurezza e ridurre al minimo le infezioni. Nell’ambito dei test sono stati evidenziati 503 casi positivi agli anticorpi.
Ciò significa che solamente una piccola parte delle persone sottoposte al test aveva già contratto l’infezione. Con il successivo test PCR si è quindi accertata l’esistenza del Covid-19 che è stata riscontrata solamente in 2 casi.
Proficua collaborazione con numerosi partner
L’iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la Provincia e la Camera di Commercio di Bolzano, l’IDM, l’HGV, LTS, la Croce Bianca, l’Associazione degli affittacamere ed il Bauernbund.
Analoghe iniziative sono in fase di attuazione anche per altri settori dove vi è un elevato contatto interpersonale come, ad esempio, per quanto riguarda il personale delle strutture per anziani e le badanti ed in altri settori economici.
La sicurezza, inoltre, sulla base delle ricerche svolte da parte dell’IDM, svolge un ruolo determinante nella scelta della meta in cui trascorrere le proprie vacanze ed il test appena compiuto ha anche una funzione di segnale nei confronti dei mercati turistici, dove l’Alto Adige si vuole proporre come una destinazione sicura.
A questa prima serie di test ne seguiranno altre come test sierologici di laboratorio effettuati dall’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. Lo annuncia l’assessore provinciale alla salute, Thomas Widmann, il quale afferma: “Il Coronavirus è ancora tra noi e proprio in questo momento è fondamentale identificare precocemente i portatori sani, per poter evitare una nuova diffusione. Nel caso venga identificato un nuovo caso d’infezione è importante poter contare su protocolli chiaramente definiti. Nel caso dei test appena conclusi abbiamo potuto contare sulla proficua collaborazione dei partner per decidere assieme tali protocolli”.
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