Alto Adige
Costrette a prostituirsi e a vivere all’addiaccio: salvate due giovani. In manette due rumeni di 20 e 23 anni

I carabinieri di Bolzano hanno arrestato due rumeni di 20 e 23 anni ritenuti responsabili di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Gli stranieri sono stati rintracciati al termine di una lunga indagine partita dalla Stazione di Sarentino nello scorso mese di aprile.
Attraverso diverse operazioni di osservazione e pedinamento, con l’utilizzo anche di videocamere notturne, gli uomini somo stati identificati e due donne salvate dalla vita di strada anche con l’aiuto del gruppo “Volontarius“, una rete no profit che opera a Bolzano.
Le vittime vivevano un vero incubo, essendo ventiquattro ore al giorno controllate dai propri aguzzini che le costringevano a stare sulla strada per circa 8-9 ore al giorno, con qualsiasi condizione climatica, tant’è che è stato accertato che in più di una occasione le donne fossero state costrette a restare sotto la pioggia battente mentre gli uomini rimanevano comodamente al riparo dall’acqua.
Gli arrestati, che erano soliti richiamare le vittime con fischi e urla, trattandole di fatto quasi come fossero animali, le costringevano poi a vivere all’addiaccio e in particolare all’interno di un bivacco improvvisato con tende da campeggio, allestito sotto il pendio del Virgolo a ridosso della strada statale.
Un luogo potenzialmente pericoloso dal punto di vista idrogeologico a causa dei possibili smottamenti e per allontanarsi dal quale era necessario attraversare la strada in un punto privo di strisce pedonali e dove le auto transitano a velocità elevate. Anche dopo la pioggia le vittime erano costrette, bagnate e sicuramente infreddolite, a tornare nel bivacco, dove ovviamente non erano presenti servizi igienici.
I rumeni si trovano ora in carcere a Bolzano mentre le due giovani sono state destinate a strutture protette e saranno aiutate anche nel loro prossimo percorso di vita con il “Progetto ALBA” (www.albaprojectbz.it) per l’assistenza e l’integrazione socio lavorativa per persone vittime di tratta e grave sfruttamento. Sul territorio è presente anche la Caritas che ha sviluppato il progetto Casa Margaret (www.caritas.bz.it) per restituire la dignità, l’autostima e la speranza alle donne in stato di bisogno.
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