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Economia e Finanza

Covid: il FMI prevede una recessione globale storica, con crescita in calo del 3% nel 2020

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Come riporta il quotidiano francese Le Figaro, il mondo deve aspettarsi una recessione come non si vedeva in tempo di pace da quasi un secolo.

Nelle sue prospettive per l’economia mondiale pubblicate martedì 14 aprile, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una contrazione del 3% della crescita globale nel 2020, nell’ipotesi che la pandemia di Covid-19 si plachi nella seconda metà di quest’anno.

Non è esclusa la possibilità di un calo ancora più netto nel 2021. Le conseguenze economiche del “Grande Confinamento“, come lo chiama ora il FMI, in riferimento alla Grande Depressione del 1929, non risparmieranno nessun continente.

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Quest’anno i Paesi più colpiti saranno quelli della zona euro, con una contrazione dell’attività del 7,5% (7,2% per la Francia), seguiti da Regno Unito e Stati Uniti, con cali rispettivamente del 6,5% e del 5,9%.

Solo i Paesi asiatici emergenti registreranno una crescita positiva, pari all’1%, compresa la Cina, che può prevedere un aumento del prodotto interno lordo (PIL) dell’1,2%, anche se questo rallenterà bruscamente dal 6,1% del 2019.

Ciò contrasta con la situazione di altri Paesi emergenti dell’America Latina come il Brasile e il Messico, che dovrebbero registrare un calo della crescita rispettivamente del 5,3% e del 6,6%.

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L’Africa sub-sahariana potrebbe invece vivere la sua prima recessione dagli ultimi 25 anni con una crescita negativa del -1,6% nel 2020. La Banca Mondiale mette in guardia contro il rischio di una crisi alimentare nel continente a causa del calo della produzione agricola e della chiusura delle frontiere.

Ma la crisi sarà anche sociale. La disoccupazione potrebbe aumentare del 40% quest’anno nella zona euro, passando dal 6,6% della popolazione attiva nel 2019 al 9,2% nel 2020, e addirittura triplicare negli Stati Uniti per raggiungere, secondo il FMI, il 10,4% nel 2020.

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