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False positività da Covid in Alto Adige, M5S: “Test a campione per evitare le truffe”

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In merito alla vicenda sui falsi tamponi positivi che ha coinvolto diversi operatori sanitari altoatesini, il rappresentante del MoVimento 5 Stelle in consiglio provinciale Diego Nicolini diffonde una nota con la quale fa sapere di avere avanzato un’interrogazione per chiedere alla Giunta un controllo a campione sui positivi per verificare l’effettiva corrispondenza e veridicità dei test effettuati.

Una decina di giorni fa abbiamo chiesto alla Giunta provinciale di verificare le segnalazioni su questo fenomeno e questa settimana è arrivata la conferma dal direttore generale dell’Azienda sanitaria che ha segnalato la vicenda alla Procura e ha sospeso 31 operatori che si occupavano di effettuare i test.

Alla luce di tutto ciò l’Azienda sanitaria che ha chiesto anche l’intervento della magistratura. Si è deciso di proseguire in tutta la Provincia con i controlli dei carabinieri del Nas nei centri tamponi e nelle farmacie“.



L’obiettivo – prosegue Nicolini – è verificare che ad eseguire i tamponi sia solo il personale abilitato e anche accertarsi che tutto si svolga in regola. Il trucco è semplice: il cliente chiede al farmacista di dichiararlo positivo al test rapido anche se risultato negativo.

Una richiesta di falsificazione non così complessa: basta che il ‘tamponatore’ finga di vedere due linee sul reagente rapido anziché una e lo certifichi nel modulo da consegnare all’Asl, tanto poi il test finisce nel cestino e nessuno potrà mai verificare la veridicità del risultato“.
Un tempo la truffa sarebbe stata scoperta dal molecolare di controllo, che però adesso non si fa più perché le Regioni hanno da poco modificato il protocollo Covid-19 secondo il quale ora per essere dichiarato positivo basta un test fatto in farmacia o in un laboratorio privato.
Per questo motivo non viene più effettuata nessuna prova del nove con il molecolare ma si procede subito con l’isolamento del paziente.
La semplificazione dell’impianto normativo sulla diagnostica dei casi positivi se da un lato facilita la gestione complessiva degli isolamenti dall’altro ha potenziali criticità. Per questo chiediamo il monitoraggio a campione“, conclude Nicolini.

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