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Il 12 giugno si celebra la caduta dei tralicci, Urzì: “Denuncia per ipotesi di apologia del terrorismo”

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Una triangolazione che appare sconvolgente, e che apparirebbe dimostrare un piano coordinato che vede impegnata (sul fronte della richiesta della grazia ai protagonisti più violenti della stagione delle bombe a cavallo fra anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, latitanti in Austria e Germania) la diplomazia della Repubblica austriaca (ne ha parlato lo stesso capo dello Stato), la Svp che a Roma con la delegazione parlamentare ed a Bolzano con Kompatscher non hanno mai mancato di incoraggiare l’atto di grazia: ma ora si aggiungono due ulteriori segnali che lasciano intendere che il tema è caldo.

In occasione dell’anniversario della notte dei fuochi (ossia la ondata di attentati che fece come vittima il povero stradino Giovanni Postal) il 12 giugno Schuetzen e organizzazione degli ex terroristi (Heimatbund) metteranno in scena una macabra rievocazione. Usando come manifesti l’immagine dei tralicci abbattuti. Per cui domani presenterò una denuncia per verificare l’ìpotesi di apologia del terrorismo“.

Così Alessandro Urzì, Consigliere regionale e provinciale di Fratelli d’Italia.



Altra coincidenza con le iniziative delle istituzioni più rappresentative austriache e delle manovre Svp, oltre alla celebrazione degli Schuetzen, anche la messa all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio provinciale della mozione ferma da anni dei Suedtiroler Freiheit che chiede esplicitamente al Consiglio provinciale un voto per la grazia dei dinamitardi.

Tutto il fronte, quello più istituzionale e diplomatico, quello politico, quello secessionista e quello apertamente nostalgico del Bas, è insomma mobilitato proprio in questi giorni quasi fosse chiaro che qualche iniziativa sia imminente. E il messaggio è stato lanciato.

Una rete di contatti che mostra una sintonia straordinaria fra tutti questi soggetti, su posizioni diverse pubblicamente, ma tutte mobilitate per ottenere un simbolico atto di riabilitazione dei terroristi, come atto di riaffermazione dei disvalori per cui si batterono, con metodi violenti mai ripudiati.

Singolare e disarmante che il Presidente della Repubblica austriaca intervenga a gamba tesa sul tema della grazia ai terroristi (che riguarda una decisione interna italiana) mentre in Alto Adige Schuetzen ed organizzazione nostalgiche celebrano i tralicci abbattuti.

Altro che riconciliazione e chiusura di una stagione. Anche la vitalità in ambito politico (Svp e secessionisti si riferiscono sempre agli attivisti e mai riconoscono la lesione nelle loro attività eversive di caratteri antidemocratici) mostrano un grave permanere di nostalgie e di una ampia tolleranza se non simpatia verso quella eredità. Una eventuale grazia darebbe nuovo fiato ad un mai sopito sentimento per una soluzione oltre l’autonomia.

Il 12 giugno l’evento più grave: si riuniranno a Frangarto, nel comune di Appiano, gli apologeti del terrorismo: una manifestazione pubblica organizzata da Schuetzen ed Heimatbund, con tanto di benedizione da parte di un prete e omaggio con immagini di uno dei più feroci criminali che costruì la rete sovversiva contro l’ordine costituito dello Stato Italiano in Alto Adige, Luis Amplatz, assieme a Georg Klotz, il martellatore della Valle Passiria.

L’immagine dell’invito è eloquente e suona come uno schiaffo alla memoria delle vittime: un traliccio abbattuto, il simbolo del terrorismo in Alto Adige e della notte dei fuochi del 12 giugno del 1961, quella in cui cadde, investito da una carica esplosiva, Giovanni Postal, dell’Anas. Il primo di una lunga scia di vittime, oltre 20, cadute in agguati terroristici con mine antiuomo o scariche di arma da fuoco.

La grottesca celebrazione, che rappresenterà una notte di violenza e morte come una festa, si terrà per altro sotto una tragica stele eretta a memoria di un altro terrorista, Sepp Kerschbaumer, a cui è stata dedicata anche una via, ad Appiano. Fu il fondatore dei Bas, le Brigate rosse dell’Alto Adige, non animate da odio ideologico ma da odio etnico e antitaliano.

Tutto questo solo a pochi giorni dalla giornata per le vittime del terrorismo, il 9 maggio, che la Provincia ha totalmente ignorato“.

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