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Politica

Legittima difesa, arriva il sì del Senato, Salvini: «Oggi per l’Italia è un grande giorno»

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Il disegno di legge sulla legittima difesa è legge.

Dopo la camera, dove il disegno di legge è passato con 373 voti, oggi è toccato al Senato convertire definitivamente il disegno in legge.

Il Senato ha infatti approvato il provvedimento, in terza lettura, con 201 voti favorevoli, 38 contrari e 6 astenuti.

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Il voto è stato accolto dagli applausi della Lega e di parte dei Cinquestelle. “Dopo anni di chiacchiere, questo 28 marzo è un gran giorno per gli italiani”, ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Dopo anni di polemiche è stato sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa per chi viene aggredito a casa sua, nel suo bar, nel suo ristorante. Non si legittima il Far West, ma si sta con i cittadini perbene, ha sottolineato il vicepremier leghista.

Oltre a lui in Aula erano presenti il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, e quello per l’Agricoltura, Gianmarco Centinaio.

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Assenti i rappresentanti M5s.

Eliminati anni in tribunale e risarcimenti – Con il via libera al provvedimento “si eliminano anni e anni di giri per i tribunali e di spese legali, si elimina il risarcimento di centinaia di migliaia di euro per i parenti dei ‘poveri’ rapinatori‘”, ha dichiarato ancora Salvini.

Nel merito, la nuova legge riconosce «sempre» la sussistenza della proporzionalità tra offesa e difesa.

Affinché scatti la legittima difesa non è necessario che il ladro abbia un’arma in mano, ma è sufficiente la sola minaccia di utilizzare un’arma e non è necessario che la minaccia sia espressamente rivolta alla persona.

Con il nuovo testo si esclude la punibilità di chi si è difeso in «stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto».

Vengono inasprite le pene per violazione di domicilio e furto in appartamento.

In particolare, viene innalzata a quattro anni la pena massima di carcere per la violazione di domicilio.

Quanto al furto in abitazione e scippo, si arriva fino a un massimo di sei e sette anni di carcere.

Vengono inasprite anche le sanzioni con un massimo di 2.500 euro (attualmente 2000 euro). Infine, vengono aumentati anche gli anni massimi di carcere per la rapina, fino a sette.

Chi si è legittimamente difeso non sarà responsabile civilmente.

In sostanza, la riforma fa sì che l’autore del fatto, se assolto in sede penale, non debba essere obbligato a risarcire il danno derivante dal medesimo fatto in sede civile.

L’ultimo articolo della riforma interviene sul codice di procedura penale affinché «nella formazione dei ruoli di udienza debba essere assicurata priorità anche ai processi relativi ai delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose».

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