Italia ed estero
Il nuovo codice per gli appalti apre alle polemiche: perchè non piace all’Autorità anticorruzione
Rivendicato come un successo dal Ministro per le infrastrutture Matteo Salvini, l’Autorità Nazionale anticorruzione la pensa diversamente. Secondo l’ANAC, infatti, molte norme rischierebbero di aprire i lavori ad aziende “amiche”, oltre a portare degli sprechi di denaro.
In particolare, il Presidente dell’ANAC Giuseppe Busia avrebbe dichiarato che la misura che prevede di affidare liberamente i lavori al di sotto dei 150mila euro “si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio” e quindi senza controlli.
La misura in questione sarebbe quella sugli affidamenti diretti per lavori che costano fino a 150mila. In questo caso specifico, si potrà procedere, appunto, con affidamento diretto e senza obbligo di svolgere bandi o negoziati.
Non solo, a creare polemiche anche la norma che permette di invitare fino a un milione di euro solo cinque imprese a una negoziazione senza bandi, mentre fino a 5,38 milioni di euro sarà sufficiente invitarne dici.
In base alle regole del nuovo codice per gli appalti, il Sole 24 Ore calcola che si potranno assegnare senza un bando il 98% dei lavori pubblici, per un valore complessivo di circa 19 miliardi. Anche per questo motivo, l’Autorità l’Anticorruzione aveva chiesto che la soglia fosse abbassata a 150mila euro.
Contro ogni accusa, Matteo Salvini sui social descrive la norma come un passaggio dalle parole ai fatti: “Meno burocrazia, meno perdite di tempo, più fiducia alle imprese e ai sindaci. Più fiducia alle imprese dei territori e alle imprese anche più piccole artigiane significa più cantieri, più lavoro e più sicurezza in tutta Italia”. Con questa dichiarazione, il Governo, sembra quindi piuttosto convinto che la norma possa essere davvero la soluzione a molti problemi che da sempre affliggono il nostro Paese.
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